Mandello: a processo per insulti e minacce al capotreno
“Ti sparo, la prossima volta ti tiro un pugno in faccia”, avrebbe detto, condendo poi il resto della frase con una serie di insulti all’indirizzo del capotreno che, alla stazione di Lecco, lo aveva “costretto” a obliterare il biglietto di viaggio.
Per questo suo presunto comportamento un cittadino africano si trova imputato per minacce e ingiurie a carico di un capotreno per fatti risalenti all’ottobre 2020.
In quella data l’uomo, assieme a un connazionale, si trovava alla stazione di Lecco. Qui i due erano saliti sul treno dotati di biglietto ma senza averlo timbrato. Al passaggio del controllore erano stati invitati a scendere a timbrare per regolarizzarsi. Una richiesta che aveva fatto scaturire una discussione sulla banchina, notata dagli operanti della Polfer presenti nella vicina sede della stazione. Identificati dagli agenti i due avevano poi timbrato ed erano saliti regolarmente sul treno partito alla volta di Sondrio. Scesi alla fermata di Mandello, però, come raccontato dal capotreno nella mattinata odierna, al cospetto del giudice Gianluca Piantadosi e del pubblico ministero vpo Mattia Mascaro, si erano avvicinati al vagone dove si trovava il controllore. L’imputato, allora, aveva iniziato a insultarlo rivolgendosi con parole offensive e minacciandolo. Una parentesi durata una manciata di secondi e poi fortunatamente non degenerata, con il treno ripartito e i due allontanatisi dalla stazione.
Questa mattina in aula il capotreno ha riassunto brevemente la vicenda, dichiarando dato il tempo trascorso di non ricordarsi con esattezza gli insulti e le parole ricevute. Chiamato a un riconoscimento fotografico da album, non è riuscito a identificare con esattezza l’imputato, indicando invece il connazionale che era con lui e al momento estraneo al processo.
Il giudice ha infine rinviato il procedimento al 17 febbraio per l’audizione dell’imputato e al 16 giugno per i restanti testi e la discussione.
Per questo suo presunto comportamento un cittadino africano si trova imputato per minacce e ingiurie a carico di un capotreno per fatti risalenti all’ottobre 2020.
In quella data l’uomo, assieme a un connazionale, si trovava alla stazione di Lecco. Qui i due erano saliti sul treno dotati di biglietto ma senza averlo timbrato. Al passaggio del controllore erano stati invitati a scendere a timbrare per regolarizzarsi. Una richiesta che aveva fatto scaturire una discussione sulla banchina, notata dagli operanti della Polfer presenti nella vicina sede della stazione. Identificati dagli agenti i due avevano poi timbrato ed erano saliti regolarmente sul treno partito alla volta di Sondrio. Scesi alla fermata di Mandello, però, come raccontato dal capotreno nella mattinata odierna, al cospetto del giudice Gianluca Piantadosi e del pubblico ministero vpo Mattia Mascaro, si erano avvicinati al vagone dove si trovava il controllore. L’imputato, allora, aveva iniziato a insultarlo rivolgendosi con parole offensive e minacciandolo. Una parentesi durata una manciata di secondi e poi fortunatamente non degenerata, con il treno ripartito e i due allontanatisi dalla stazione.
Questa mattina in aula il capotreno ha riassunto brevemente la vicenda, dichiarando dato il tempo trascorso di non ricordarsi con esattezza gli insulti e le parole ricevute. Chiamato a un riconoscimento fotografico da album, non è riuscito a identificare con esattezza l’imputato, indicando invece il connazionale che era con lui e al momento estraneo al processo.
Il giudice ha infine rinviato il procedimento al 17 febbraio per l’audizione dell’imputato e al 16 giugno per i restanti testi e la discussione.
S.V.