Olginate: la Cassazione rigetta il ricorso, definitiva la condanna per l'omicidio De Fazio
Valsecchi all'uscita dal Tribunale di Lecco dopo la sentenza di primo grado
Nella ricostruzione degli inquirenti, Stefano Valsecchi quella domenica pomeriggio si era presentato a Olginate per chiarire quanto accaduto la notte precedente e dunque l'aggressione patita da suo figlio Michele per mano – parrebbe, anche se la vicenda non è ancora approdata in Tribunale – del primogenito di De Fazio, accompagnato a quello che è risultato essere l'appuntamento con la morte dal fratello Alfredo, poi anch'egli colpito, fortunatamente solo di striscio, da uno dei colpi esplosi dal calolziese, rimasto latitante per una settimana prima di consegnarsi ai Carabinieri.
Vent'anni - al netto dello sconto di pena garantito dal rito abbreviato - la richiesta di condanna avanzata in primo grado dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, non ritenendo di contestare all'imputato l'aggravante della premeditazione come invece richiesto dalle parti civili, con Alfredo De Fazio, la moglie e i figli di Salvatore De Fazio rappresentati dall'avvocato Nadia Invernizzi affiancata dal collega Luciano Bova nell'interesse invece delle sorelle e dall'anziana madre della vittima. La difesa di contro, aveva tentato di ricondurre all'ipotesi meno grave di lesioni la contestazione relativa al tentato omicidio di Alfredo De Fazio, argomentando poi per la concessione dell'attenuante della provocazione, senza ne' convincere il GUP ne', nel successivo grado di giudizio, i giudici d'Appello. Oggi la parola fine scritta dagli ermellini della prima sezione penale della Corte di Cassazione.