Lecco: agli IRAM il professor Carlo Gilardi presenta il suo ultimo libro, 'Airuno terra mia cara'

"Airuno terra mia cara - Appunti di vita di un semplice airunese". Si intitola così l'ultimo libro del professor Carlo Gilardi, presentato ieri nella Sala Animazione degli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi di Lecco dove è ospite da ormai qualche tempo.


La copertina del libro

Introdotto da Gianfranco Lavelli della Pro Loco - l'associazione che ha contribuito a fondare e di cui è stato egli stesso presidente per tre mandati - il 92enne ha ripercorso davanti a un nutrito pubblico la storia della sua vita e della sua famiglia, originaria di Bergamo e di stirpe nobiliare dal ramo materno (quello dei Pizzagalli Magno), che negli anni ha messo su carta quasi a comporre una sorta di diario.


Il professor Carlo Gilardi con Gianfranco Lavelli



Il materiale è stato poi condiviso con Rita Mauri, altra volontaria (ed ex presidente) della Pro Loco, che si è premurata di realizzarne un vero e proprio libro di ben 106 pagine coinvolgendo lo stesso professore nella revisione finale prima della stampa nel corso di più incontri organizzati proprio nella struttura di Germanedo, in spazi a loro riservati per lavorare con tranquillità, rivedere le bozze e selezionare le immagini, alcune in possesso della famiglia Gilardi e altre provenienti dall’Archivio della Memoria di Airuno. Ne è nato una sorta di micro-laboratorio di scrittura ed editing, che il personale della Casa di Riposo ha suggerito e promosso, assecondando e stimolando gli interessi del professore.


"Non è una biografia, ma piuttosto un insieme di racconti e riflessioni che Carlo ha scritto tra il 2006 e il 2010/2011" ha spiegato Rita Mauri. "Se li appuntava su un quadernetto dalla copertina verde e su foglietti, e me li portava perché li trascrivessi. Il professore non ha mai amato il computer. Dopo la pubblicazione delle due raccolte di poesie (entrambe intitolate "Erbette", ndr.) abbiamo ripreso questo progetto, completato e rivisto negli ultimi mesi".


Rita Mauri


Il volume era già stato presentato lo scorso 10 dicembre ad Airuno, durante la grande festa per il 50° della Pro Loco, con l'attore Stefano Panzeri della compagnia teatrale "Il Ronzinante" che aveva recitato un copione basato proprio su alcune parti del testo. "Ero uno strano bambino, ubbidiente, rispettoso e timoroso: di ogni azione cercavo di prevedere l'eventuale pericolo... Ma non ero un bambino modello, tutt'altro: ero come una lavagna intonsa, su cui nulla era ancora stato scritto", avevano potuto ascoltare i presenti. E ancora, i racconti del poliedrico professore sulle sue esperienze scolastiche, i tempi di guerra e i periodi successivi al conflitto, con l'emozionante testimonianza del rientro dei reduci ad Airuno; poi gli aneddoti sugli studi universitari in Scienze agrarie, il lavoro (che per un periodo lo ha portato anche in Svezia) e i cambiamenti del territorio negli anni, con il suo impegno civico in Comune e il suo interesse per i temi ecologici, ben prima che fossero semplicemente una moda. Infine il tempo del "riposo", che per lui ha significato semplicemente "il passaggio da un'attività manuale a una intellettuale, e viceversa".


Alcune immagini tratte dal libro



"Mi trovo occupato durante tutta la giornata, e difficilmente mi sento stanco. Qualcuno vedendomi così indaffarato si domanderà se non mi diverto mai: nulla di più falso, io mi diverto moltissimo", era stata la chiosa dell'attore nel dare voce alle pagine del libro, arricchito, come già accennato, anche da tante immagini d'epoca che ieri agli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi sono state proiettate per accompagnare i tanti aneddoti condivisi dallo stesso Gilardi, con l'aiuto di Rita Mauri ma con la stessa arguzia e lo stesso entusiasmo di sempre.


Con il sindaco Alessandro Milani e alcuni amici della Pro Loco



Con gli ex alunni del "Bovara"

Presenti all'incontro presso la struttura lecchese anche la sorella Sandra (ospite della RSA di Bellano), il sindaco di Airuno Alessandro Milani, alcuni famigliari, tanti concittadini e alcuni ex allievi del "Bovara" di Lecco, ancora molto legati al professore, oltre che i vertici degli IRAM. Un momento, dunque, ricco di emozioni, con il protagonista di giornata che ha così potuto rendere omaggio ancora una volta alla "sua" Airuno, che per lui resta il paese più bello del mondo.


Sulla sinistra la sorella Sandra


Intanto, oltre ad aver lavorato alla stesura del suo volume che lo ha davvero impegnato molto, il professor Gilardi sta partecipando a diversi progetti che testimoniano la sua generosità e il suo entusiasmo: per esempio tiene alcuni incontri con gli altri ospiti a tema Promessi Sposi, raccontando episodi dell'opera manzoniana e approfondendo i caratteri dei personaggi. In questi due anni, inoltre, ha avuto l'occasione di "tornare in cattedra" grazie al progetto con l'Istituto Medardo Rosso, che si è sviluppato in diversi incontri con gli studenti anche presso la RSA lecchese. Ma Carlo Gilardi non dimentica che anche le abilità manuali sono importanti e si dedica con passione ai laboratori di falegnameria e di giardinaggio.
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