Lecco: 'ampliare la comunità'. Con monsignor Delpini si riflette sul tema delle relazioni

Legami. È la Chiesa che cerca di aprirsi, di uscire dalla propria zona di confort quella che si è ritrovata ieri sera all’auditorium casa dell’economia a Lecco in occasione della terza serata dell’itinerario formativo “il ramo del mandorlo”. Seduti qua e là sulle poltroncine rosse, preti, suore e laici impegnati nelle parrocchie ascoltavano con attenzione le riflessioni proposte dai relatori, consapevoli di come un confronto tra la Chiesa e i loro territori sia ormai una necessità sempre più impellente.

Attesissimo era poi l’intervento conclusivo: al centro del tavolo posto sul palco, infatti, sedeva monsignor Mario Delpini, che poche ore prima aveva inaugurato la Casa della Carità in via San Nicolò. È stato proprio l’Arcivescovo di Milano a guidare il momento di preghiera iniziale, in cui è stato letto il brano del Vangelo di Luca relativo a Zaccheo. Dopodiché, il giornalista Gianni Borsa, moderatore dell’incontro, ha ceduto la parola a Marco Colombo e Renato Comi, due membri del gruppo Barnaba attivo nel decanato di Merate.

Marco Colombo

“Il gruppo è composto da sei persone più don Fabio, il nostro decano. Nel concepire il cammino che ci porterà verso l’assemblea sinodale decanale abbiamo deciso di puntare sull’ascolto del territorio e delle persone impegnate a vario titolo dentro e fuori la comunità cristiana” ha esordito Marco Colombo. Nello specifico, tra l’ottobre 2021 e l’ottobre 2022 il gruppo Barnaba ha organizzato quattro serate, ognuna delle quali verteva su uno specifico tema: le associazioni operanti sul territorio; le realtà che operano in favore dei giovani; le realtà che operano in favore della famiglia; le realtà che operano nell’ambito della salute e dei servizi sanitari.

Renato Comi

“Durante questi incontri abbiamo visto l’instaurarsi di nuove relazioni. Siamo rimasti sorpresi dal fatto che alcune persone non credenti si siano dimostrate disponibili a confrontarsi in maniera franca su tematiche ecclesiali con il dialogo tra il cristianesimo e le altre religioni o la costruzione della pace e della salvaguardia del creato” ha proseguito Renato Comi. “Con i giovani abbiamo vissuto una positiva esperienza di freschezza, franchezza e libertà. Con i volontari dei servizi sociosanitari, invece, abbiamo discusso di quanto sia importante promuovere la cultura del dono, della prossimità e della cura sia materiale sia spirituale”. Renato Comi ha quindi voluto evidenziare che gli stessi membri del gruppo hanno tratto beneficio da quest’opera di ascolto. “Abbiamo sperimentato la gioia dello stare insieme e del condividere, nonché la ricchezza di una relazione che si è creata tra di noi. Il contesto di ascolto, in cui ciascuno poteva esprimersi tranquillamente, è stato centrale” ha concluso il volontario.

Michele Rabaiotti

“Sorprendere vuol dire cogliere alla sprovvista in modo inaspettato. La sorpresa è un’emozione istantanea che nasce dall’inatteso. Essa può nascere da qualcosa che è totalmente altro da sè oppure da qualcosa che non ti aspettavi di ritrovare in sé stesso” ha esordito Michele Rabaiotti, direttore della fondazione Guzzetti, ente che gestisce diversi consultori di famiglia a Milano. “Se il nostro cervello presta attenzione solo agli stereotipi, nulla ci sorprende fino a quando non riusciamo ad abbatterli o a modificarli, cosa che la mente umana consente perché è flessibile” ha spiegato ancora. “Il problema diventa quando da stereotipo si passa a pregiudizio perché quello è veramente difficile da togliere dalla mente di un uomo. Il pregiudizio è l’anticamera dell’esclusione e dell’allontanamento dell’altro. Esso, di fatto, filtra tutte le informazioni che riceviamo quotidianamente per individuare quegli elementi che lo supportano”. Infine, la chiosa: “Il passaggio da comunità di credenti a comunità di territorio è un’evoluzione che richiede molta attenzione. Non stiamo andando a portare la parola di Dio a quelli sbagliati dall’altra parte. Noi cerchiamo le persone di buona volontà, coloro che indagano la verità. Vogliamo costruire una comunità di operatori di pace”.

Mons. Mario Delpini

A queste parole si è agganciato l’arcivescovo Delpini nella sua riflessione conclusiva. “La Chiesa diventa sempre più territoriale, ovvero interessata a ciò che accade nel suo territorio. È questo il compito che è stato affidato al gruppo Barnaba: dialogare anche con i non credenti per costruire nuovi rapporti”. L’inizio dell’intervento dell’arcivescovo è stato salutato da un lungo applauso da parte del pubblico presente, tra cui si poteva scorgere anche monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco.

“Il sorprendente a volte ci esalta ma a volte ci scoraggia. La vicenda di Zaccheo ci spinge a sviluppare uno sguardo educato ai sentimenti di Gesù” ha concluso sua Eccellenza monsignor Mario Delpini. “Le vie del Vangelo sono vie di relazione. Vi invito ad avere quella freschezza di spirito che consente di vedere la bellezza di un rapporto umano. L’assemblea sinodale è concepita proprio per consentire ai decanati di tessere dei rapporti al di fuori delle parrocchie di modo da ampliare la nostra comunità”.
A.Bes.
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