Lecco perduta/359: Marco Cariboni e l'ultima regata d'autunno

Lo storico presidente della Canottieri Lecco Marco Cariboni ha ribadito in una recentissima intervista: “Nel prossimo autunno, all’assemblea prevista per la scadenza di mandato del Direttivo, non mi presenterò in alcuna veste come candidato dopo 40 anni di ininterrotta presenza, con cariche sociali”. Sarà quindi necessario designare una nuova guida.


 Il presidente Marco Cariboni

L’uscita di scena di Cariboni coincide con quell’autunno della Canottieri che ha segnato per decenni i suoi momenti più esaltanti di stagione remiera a livello internazionale. L’indimenticabile Arnaldo Ruggiero, deceduto alla soglia del secolo di vita, in uno dei suoi interventi sulla storia del canottaggio lecchese ha scritto: “Nel 1935, per la terza volta, la “Lecco” dovette organizzare i campionati nazionali.


La tribunetta della giuria e le tribune del pubblico all'arrivo del campo di regata

Tre giornate erano previste per tale svolgimento il 2-3-4 agosto... Le regate non si sarebbero più disputate sul vecchio campo di gara (interessante perché l’arrivo era nel cuneo della città), non abbastanza largo proprio alla fine. Il nuovo fu creato a nord della città, sulla riva sinistra del lago, con la partenza da Pradello e l’arrivo al Brick: insomma quel campo che è poi rimasto in via definitiva come l’agone per tutte le regate maggiori e minori di Lecco”.


Le tribune con il pubblico delle regate

I lecchesi di una certa età, e non solo loro, possono ricordare il richiamo e il fascino delle regate d’autunno, che portavano a Lecco già nelle settimane precedenti gli armi migliori, non solo italiani ma di tutta Europa, che giungevano con largo anticipo per allenarsi e ambientarsi sullo specchio d’acqua. Si notavano per le vie del centro cittadino, ma anche di contrade periferiche verso Pescarenico con le loro divise colorate.


La premiazione di un otto con vittorioso in regata

Nel 1942, in pieno secondo conflitto mondiale, le regate ebbero ugualmente svolgimento, con l’intervento, però, di vogatori esteri limitato all’Austria, Germania, Jugoslavia e Svizzera. Nel settembre 1946 la Canottieri Lecco, scrive sempre Ruggiero, “ebbe affidato l’onorifico ma anche oneroso compito di organizzare i primi campionati italiani post bellici che, nelle cronache del tempo, sono ricordate per un finale a sorpresa della gara dell’8 con, dove la Ginnastica Triestina superò la Canottieri Varese, favorita della vigilia”.


Il sindaco di Lecco Alessandro Rusconi premia un equipaggio

Le regate internazionali ebbero conclusione negli anni ’70 del Novecento, in quanto il campo venne ritenuto con acque troppo mosse. Succedeva che gli equipaggi più esterni sul lago, cioè più lontani dalla sponda, erano favoriti da una corrente lacustre che giungeva da monte e che era sicuramente più intensa nei tratti più distanti.


 Remo femminile bluceleste

Il compianto Gigi Vassena, che lasciò il remo agonistico a 35 anni con l’ultima gara in quel di Bellagio nel 1960, è stato consigliere, vice e presidente per un triennio della Canottieri Lecco. In tale veste dichiarò: “Sogno il ritorno del canottaggio con le regate di autunno, una manifestazione importante del remo, lo sport per il quale è sorta la società celeste-azzurra. Giungevano a Lecco grandi equipaggi di livello mondiale, siamo stati considerati per tanti anni una delle migliori società organizzatrici”.
Purtroppo il ritorno del canottaggio nelle dimensioni auspicate di un meeting internazionale non si è avverato. Lo storico campo di regata è oggi investito dal progetto di ristrutturazione e di nuova sistemazione del lungolago.


Otto con della Canottieri nel 1970

A tale proposito Marco Cariboni ha dichiarato: “Sono contrario alla realizzazione di una piscina , ma decisamente favorevole al lido. Il mio congedo dalla Canottieri nel prossimo autunno sarà proprio nei giorni che vedevano ormai diversi anni fa le famose regate di canottaggio. Il ricordo di tali competizioni remiere a livello internazionale sia di auspicio per un nuovo rilancio della sponda lecchese proiettata verso un turismo sempre più intenso, considerando altre realizzazioni che sono previste sulle sponde del ramo manzoniano del Lario, come il panoramico belvedere sulla rocca di Parè e la relativa valorizzazione del patrimonio verde esistente”.
A.B.
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