Regionali: 'Politica seria e non urlata'. Applausi per Bonetti e Calenda a Lecco

“Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile”. È racchiuso in questa citazione di Pericle il messaggio che Carlo Calenda ha voluto lanciare durante l’incontro svoltosi questa mattina in sala don Ticozzi a Lecco.

L'arrivo di Carlo Calenda con Antonio Rusconi. Sotto il saluto con il candidato Lorenzo Riva

L’ex ministro dello sviluppo economico è giunto sulle rive della lago assieme ad Elena Bonetti, ex titolare del dicastero delle pari opportunità, per sostenere i quattro candidati del Terzo polo alle elezioni regionali della Lombardia, previste per il 12 e il 13 febbraio. L’evento è stato aperto dai saluti di Antonio Rusconi, coordinatore provinciale di Italia Viva nonché sindaco di Valmadrera. “Noi possiamo dare un’offerta politica attrattiva a quel 40% di elettori che stanno pensando di non andare a votare. Noi possiamo dare un governo forte, autorevole alla Lombardia. Il nostro è il progetto di una politica non urlata, noi ci rifiutiamo di scegliere tra i 5stelle e Salvini” ha sottolineato Rusconi.

Antonio Rusconi

“La Lombardia basa il suo tessuto sociale e politico sul lavoro. Questo territorio ha bisogno di un partito politico pragmatico, in grado di mettere sul tavolo le competenze e garantire che il mondo imprenditoriale non venga devastato da una politica ideologica che non lo sa comprendere” ha spiegato Mauro Del Barba, deputato di Italia Viva eletto nella circoscrizione di Sondrio.

Mauro Del Barba. Sotto Elena Bonetti

Ad un certo punto, in sala è comparso anche Luciano Gualzetti, direttore generale della Caritas ambrosiana, il quale si è recato immediatamente a salutare Elena Bonetti. “Anche attraverso queste elezioni regionali possiamo restituire alla politica quel ruolo centrale capace di generare concretezza e opportunità. La nostra Regione è stata governata in questi anni da qualcuno senza visione e competenze” ha ricordato l’ex ministra. “Durante la pandemia interi territori sono stati abbandonati a sé stessi. Per rispetto verso le istituzioni dopo quello che è successo Attilio Fontana non si sarebbe dovuto ripresentare”.

Elena Bonetti ha quindi rivolto un attacco molto duro al Partito Democratico. “Ha abdicato a sé stesso nel momento in cui ha abbracciato il populismo di quei 5 stelle che vogliono chiudere i termovalorizzatori. Con il reddito cittadinanza poi è stato fatto credere che il contrasto alla povertà si faccia togliendo le persone nel mondo del lavoro e lasciandole sole. Stiamo parlando di un contributo erogato in modo automatico senza che i beneficiari incontrino una volta almeno l’assistente sociale”. Una denuncia netta di una incapacità di governare a cui si vuole proporre un’alternativa.

Carlo Calenda

Ed è stato Carlo Calenda, di fronte ad una sala silenziosamente attenta – piena solo a metà, con un paravento in mezzo - a delineare i contorni di tale nuova proposta politica. “Vogliamo riportare la politica al suo significato etimologico, cioè “arte di governo”, cercando di parlare un linguaggio di verità e concretezza agli italiani. Ciò significa occuparsi di gestire veramente il Paese, cosa che non ha mai fatto nessuno, dicendo ai cittadini che non ci sono tanti soldi e non si può fare tutto subito” ha esordito il presidente della federazione Italia Viva – Azione.

“La maggioranza degli italiani è democratica ed europeista. Noi dobbiamo rimuovere quello steccato totalmente artificiale che ha separato queste persone in destra e sinistra. Quelle persone, pur con le loro storie e sensibilità diverse, devono dedicarsi insieme alla ricostruzione del Paese” ha aggiunto Calenda. “L’ultima legge di bilancio non investe un euro sulla sanità. Sanità che diventerà entro pochi anni il primo problema di questo Paese perché ormai il sistema è sul punto di collassare. Finora la situazione non è precipitata solo grazie alle reti di supporto, al terzo settore e al welfare non statale di cui è piena la Lombardia e l’Italia intera”.

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Infine, la chiosa. “Mario Draghi è stato chiamato da una politica fallita a governare il Paese. In quel momento per la prima volta non ci ponevano il problema se quel provvedimento fosse di destra o di sinistra ma ci chiedevano se esso fosse giusto o sbagliato” ha ricordato l’ex ministro. “Possiamo confrontarci a partire dal dato della realtà, non dal rumore che provochiamo attaccandoci gli uni con gli altri. In una democrazia liberale sono i cittadini a decidere la qualità della democrazia. Come Terzo polo vogliamo fornire l’approdo a tutte quelle persone che si oppongono ad un modo di fare politica cialtronesco che ha distrutto il Paese”. Parole chiare e nette che hanno innescato un intenso applauso da parte del pubblico.
A.Bes.
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