Lecco: omaggio a Pietro e Lino Ciceri, ricordando 'lo scandalo del male'
Il Comune di Lecco ha celebrato ufficialmente la Giornata della Memoria davanti alla casa acquatese, affacciata sulla scalinata che conduce al santuario della Madonna di Lourdes, dove abitavano Pietro e Lino Ciceri, deportati e morti l'uno nel lager di Gusen e l'altro fucilato a Fossoli. A ricordarli, il 27 gennaio 2019 vennero posate due pietre d'inciampo realizzate dall'artista tedesco Gunter Demnig che proprio trent'anni fa - nel 1993 - avviò il progetto di ricordare in questa maniera le vittime del nazismo in Europa.
Da parte sua, l'assessore alla cultura dell'amministrazione provinciale Fiorenza Albani ha rilevato la necessità di un impegno costante delle istituzioni perché non si dimentichi per mantenere vivi i valori della libertà e della democrazia.
Nel suo intervento, Milani ha rilevato come nella Giornata della Memoria - istituita per ricordare la Shoah e cioè lo sterminio di 6 milioni di ebrei che è stata la pagina più oscura della storia dell'umanità - si debba pensare anche ai deportati politici e furono 30mila quelli che nel nostro Paese vennero arrestati per la loro attività contro fascismo e nazismo finendo appunto nei lager. Non va del resto sottaciuto che la Shoah fu anche responsabilità del fascismo che collaborò attivamente nella cattura e nella deportazione degli ebrei italiani. Occorre quindi evitare che la Shoah sia considerata un crimine esclusivamente nazista, appunto ricordando quanto avvenuto nel nostro Paese e ciò perché sia utile a non lasciarci cogliere dall'indifferenza e continuando a essere presenti anche oggi quotidianamente nel riaffermare i valori antifascisti.
Infine, la parte religiosa, con la benedizione da parte del parroco acquatese don Walter Magnoni che ha ricordato come in greco "inciampo" si dica "scandalon" e come quelle pietre posate sul selciato continuino quindi a testimoniare «lo scandalo del male».
Tra i presenti alla cerimonia, anche Maria Grazia Farina: la madre Agnese era la fidanzata di Lino Ciceri.
La cerimonia è stata aperta dalle parole di "Se questo è un uomo" di Primo Levi lette da Irene Riva.
Da parte sua, l'assessore alla cultura dell'amministrazione provinciale Fiorenza Albani ha rilevato la necessità di un impegno costante delle istituzioni perché non si dimentichi per mantenere vivi i valori della libertà e della democrazia.
Nel suo intervento, Milani ha rilevato come nella Giornata della Memoria - istituita per ricordare la Shoah e cioè lo sterminio di 6 milioni di ebrei che è stata la pagina più oscura della storia dell'umanità - si debba pensare anche ai deportati politici e furono 30mila quelli che nel nostro Paese vennero arrestati per la loro attività contro fascismo e nazismo finendo appunto nei lager. Non va del resto sottaciuto che la Shoah fu anche responsabilità del fascismo che collaborò attivamente nella cattura e nella deportazione degli ebrei italiani. Occorre quindi evitare che la Shoah sia considerata un crimine esclusivamente nazista, appunto ricordando quanto avvenuto nel nostro Paese e ciò perché sia utile a non lasciarci cogliere dall'indifferenza e continuando a essere presenti anche oggi quotidianamente nel riaffermare i valori antifascisti.
Infine, la parte religiosa, con la benedizione da parte del parroco acquatese don Walter Magnoni che ha ricordato come in greco "inciampo" si dica "scandalon" e come quelle pietre posate sul selciato continuino quindi a testimoniare «lo scandalo del male».
Tra i presenti alla cerimonia, anche Maria Grazia Farina: la madre Agnese era la fidanzata di Lino Ciceri.
D.C.