Esuberante
Se iniziassimo subito col togliere a esuberante il significato di sovrappiù, di eccedenza e quindi di inutile e da tagliare (gli esuberi, nel mondo del lavoro, portano a dolorosi tagli del personale) o di eccessivamente vivace e attivo (rivolto eufemisticamente soprattutto a certi bambini), ci rimarrebbe solo lo splendore di un termine che ci rimanda alla maternità. Deriva infatti dal latino
exuberare, cioè produrre riccamente, parola composta da
ex- ma soprattutto da
uber, col significato di seno, mammella e, per estensione, di fecondità, di fertilità e di abbondanza.
L'esuberante è come un bambino che succhia avidamente il latte materno, nella certezza di poter vivere un futuro gioioso, ricco di sorprese. E, come un neonato appoggiato al seno della madre, si sente sicuro e pronto ad affrontare ogni ostacolo. Questa sua positività si ripercuote inevitabilmente su chi gli sta attorno. Questa è la ragione che ci porta utilizzare questa parola ad esempio per definire la primavera (anche quella della vita): la sua esuberanza ci annuncia l'abbondanza dei tempi che stanno per arrivare.
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