A processo per 'rapina' il trapper Baby Gang è condannato a 4 anni e 10 mesi

Baby Gang, in un fermo immagine tratto
da uno dei suoi video girati a Lecco
10 mesi in più rispetto alla già pesante richiesta di condanna, a 4 anni, avanzata dal sostituto procuratore Leonardo Lesti. Mano pesante quest'oggi del GUP del Tribunale di Milano Anna Magelli nei confronti di Baby Gang, al secolo il ventenne Zaccaria Mouhib, il trapper nato a Lecco conosciuto e apprezzato - soprattutto dai giovanissimi - per le sue canzoni e dagli appassionati di cronaca (specie giudiziaria) per i suoi frequenti inciampi con la Giustizia.

4 anni e 10 mesi in abbreviato - dunque al netto dello "sconto" di un terzo della pena garantito dal rito scelto - la condanna comminata al "chiacchierato" artista, a processo con l'accusa di rapina insieme ad altri tre soggetti: il collega Neima Ezza (nato Amine Ez Zaaraoui), vent'anni; il 19enne Samy Free (per l'anagrafe Samy Dhahri) e il 31enne Eliado Tuci, albanese con casa a Vignate, già destinatario, come lo stesso Baby Gang, di ordinanza di custodia cautelare, nell'ottobre scorso, per la "sparatoria" avvenuta nella notte tra il 3 e il 4 luglio 2022 in Corso Como a Milano.

Il balcanico, come Mouhib, ha optato per l'abbreviato. Identica la pena irrogata a suo carico dal giudice che ha invece rinviato a giudizio, non avendo adito a riti alternativi, Neima e Samy Free, difesi rispettivamente dai legali Gaia Scovazzi e Robert Ranieli.

Quattro gli episodi di rapina, a vario titolo, elencati nei capi d'imputazione. In tre casi, presso le Colonne di san Lorenzo e in piazza Vetra, a maggio 2021, le giovani vittime sarebbero state bloccate e colpite con pugni al petto e con schiaffi prima di essere derubate delle rispettive collanine d'oro. A luglio, infine, a Vignate, due persone erano state avvicinate da due ragazzi, di cui uno armato, che avevano rubato loro denaro, auricolari e le chiavi dell'auto perché non li seguissero.

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