Colico: lite tra due fidanzati con ferita genera... due processi
Un anno di reclusione. E' questa la richiesta di condanna avanzata questa mattina in tribunale a Lecco dal vice procuratore onorario Mattia Mascaro, nei confronti di un 46enne finito a processo per i reati di violenza privata e minaccia a pubblico ufficiale.
L'episodio dal quale è scaturita la vicenda giudiziaria - con i fatti ovviamente ancora al vaglio del giudice - risale al maggio 2021 quando l'uomo - a seguito di una lite con la compagna presso la loro abitazione di Colico - era stato lievemente ferito da quest'ultima con un'arma da taglio.
Scattata la chiamata al 112, sul posto era giunta un'ambulanza del soccorso i cui operatori sarebbero stati però ostacolati nella loro attività dall'imputato stesso, arrivato persino a minacciare in malo modo uno di loro.
Accuse che stamani il colichese ha respinto al mittente, spiegando di essere stato lui stesso ad allertare i soccorsi e di averli in qualche modo fermati, nel mero tentativo di metterli in guardia ed in sicurezza dalla compagna, particolarmente agitata in quegli istanti. A questo proposito il colichese ha poi ricordato l'intervento dei carabinieri, con i quali non erano sorti problemi.
Se il PM ha chiesto - una volta terminata l'istruttoria - la condanna del 46enne, il suo difensore (l'avvocato Giulio Speziale del foro di Sondrio ndr) ha invece cercato di smontare il quadro accusatorio, parlando di un misunderstanding fra i soccorritori e il proprio assistito, il cui intento era semplicemente quello di ''mettere in sicurezza tutti da eventuali rischi'', sia la propria compagna, sia gli operatori del soccorso. A discussione conclusa, il giudice Bianca Maria Bianchi - presidente della sezione penale - ha rinviato l'udienza al prossimo venerdì 27 gennaio per eventuali repliche e per la sentenza finale.
A pochi minuti di distanza, nell'altra aula del tribunale, si è celebrato invece il processo alla compagna del 46enne, chiamata a rispondere del reato di lesioni per il medesimo episodio. La donna - originaria dell'est Europa - ha scelto la strada della messa alla prova, sottoponendosi a lavori di pubblica utilità. Dovrà svolgere almeno ottanta ore e al termine ripresentarsi al cospetto del giudice Martina Beggio per la verifica dell'esito del programma intrapreso. Si torna in aula il 16 gennaio del prossimo anno.
L'episodio dal quale è scaturita la vicenda giudiziaria - con i fatti ovviamente ancora al vaglio del giudice - risale al maggio 2021 quando l'uomo - a seguito di una lite con la compagna presso la loro abitazione di Colico - era stato lievemente ferito da quest'ultima con un'arma da taglio.
Scattata la chiamata al 112, sul posto era giunta un'ambulanza del soccorso i cui operatori sarebbero stati però ostacolati nella loro attività dall'imputato stesso, arrivato persino a minacciare in malo modo uno di loro.
Accuse che stamani il colichese ha respinto al mittente, spiegando di essere stato lui stesso ad allertare i soccorsi e di averli in qualche modo fermati, nel mero tentativo di metterli in guardia ed in sicurezza dalla compagna, particolarmente agitata in quegli istanti. A questo proposito il colichese ha poi ricordato l'intervento dei carabinieri, con i quali non erano sorti problemi.
Se il PM ha chiesto - una volta terminata l'istruttoria - la condanna del 46enne, il suo difensore (l'avvocato Giulio Speziale del foro di Sondrio ndr) ha invece cercato di smontare il quadro accusatorio, parlando di un misunderstanding fra i soccorritori e il proprio assistito, il cui intento era semplicemente quello di ''mettere in sicurezza tutti da eventuali rischi'', sia la propria compagna, sia gli operatori del soccorso. A discussione conclusa, il giudice Bianca Maria Bianchi - presidente della sezione penale - ha rinviato l'udienza al prossimo venerdì 27 gennaio per eventuali repliche e per la sentenza finale.
A pochi minuti di distanza, nell'altra aula del tribunale, si è celebrato invece il processo alla compagna del 46enne, chiamata a rispondere del reato di lesioni per il medesimo episodio. La donna - originaria dell'est Europa - ha scelto la strada della messa alla prova, sottoponendosi a lavori di pubblica utilità. Dovrà svolgere almeno ottanta ore e al termine ripresentarsi al cospetto del giudice Martina Beggio per la verifica dell'esito del programma intrapreso. Si torna in aula il 16 gennaio del prossimo anno.
G.C.