Lecco, incidente mortale sul lungolago: in tribunale le tesi (opposte) dei 2 consulenti

Mario Ronzoni
Conclusioni molto diverse quelle a cui sono giunti i due consulenti chiamati nella tarda mattinata odierna ad illustrare le rispettive relazioni nell'ambito del procedimento penale scaturito dalla morte di Mario Ronzoni, il 71enne rimasto coinvolto in un drammatico incidente stradale avvenuto sul lungolago a Lecco, all'altezza dell'intersezione con Via Capodistria.
Era il 29 ottobre 2019 quando il volontario della parrocchia - impegnato nell'attraversamento della carreggiata in prossimità delle strisce - era stato travolto da un mezzo pesante. Un impatto violentissimo, con traumi rivelatisi purtroppo incompatibili con la vita per il pedone che, stabilizzato dagli operatori dell'automedica direttamente in posto, era stato trasportato in condizioni disperate all'ospedale Manzoni di Lecco, dove era spirato poco dopo.
Imputato con l'accusa - ancora tutta da dimostrare - di omicidio stradale (art.589 cp), R.T., l'allora 61enne che si trovava al volante del tir coinvolto nel sinistro. Assistito di fiducia dall'avvocato Roberto Corbetta, l'autista ha scelto la strada del dibattimento, deciso a fare piena luce sulla dinamica dell'incidente, nel tentativo probabilmente di dimostrare come la sua condotta non avrebbe potuto essere differente da quella adottata. Una tesi sostenuta quest'oggi - al cospetto del giudice in ruolo monocratico Martina Beggio - da Giovanni De Giorgio, consulente della difesa. Il perito industriale esperto in meccanica ed in ricostruzioni cinematiche ha illustrato infatti le conclusioni della propria indagine, secondo la quale nemmeno una velocità di marcia più bassa avrebbe consentito al camionista di evitare il pedone.
Il professionista, ingrandendo con tecniche CAD l'immagine del tachigrafo, ha indicato una velocità massima di marcia del mezzo pari a 65 km/h; cifra che (una volta sottratti 6 km/h quale soglia di tolleranza) scenderebbe a 59 km/h, un dato dunque sopra i limiti. Eppure, anche se il mezzo pesante avesse viaggiato in maniera meno sostenuta, nulla avrebbe potuto fare il conducente per evitare l'impatto con il 71enne.
Una foto scattata il giorno dell'incidente
Le tracce di frenata presenti sull'asfalto sarebbero riferibili - a detta del consulente - alle ruote posteriori, bloccatesi in contemporanea a quelle anteriori; in caso contrario la motrice avrebbe ruotato su se stessa, circostanza non avvenuta.
In sostanza l'autista, una volta accortosi della presenza del pedone, non avrebbe potuto fare nulla per evitare la tragedia: la cabina del mezzo avrebbe infatti travolto Ronzoni mentre si trovava già oltre le strisce. E Ronzoni perchè avrebbe attraversato pur vedendo sopraggiungere il camion? La sua visuale riferita alla strada potrebbe essere stata ostacolata dalla presenza, in quel tratto, di alberi ad alto fusto, sempre secondo la tesi di De Giorgio.
Ben diversa la posizione sostenuta invece dal collega ing.Domenico Romaniello, consulente della Procura. Secondo i suoi calcoli il tir percorreva l'arteria a circa 65,6 km/h, con l'azione di frenata messa in atto dall'autista a 5,6 metri dal punto d'impatto con il volontario lecchese. Tenendo conto dunque delle distanze, sarebbe bastata - a suo parere - una velocità meno sostenuta per evitare la tragedia. Se il mezzo pesante avesse viaggiato a 50 km/h, a detta del professionista l'impatto non si sarebbe verificato. Colpito dalla parte anteriore sinistra, il pedone è stato poi proiettato ad una distanza di oltre 20 metri, con le note e drammatiche conseguenze che tutti purtroppo conosciamo. Una scomparsa la sua, che aveva destato profondo dolore in città: ex insegnante presso il centro di formazione professionale di via Grandi, Ronzoni era conosciutissimo in ambito parrocchiale. Figlio di Pino, storico sacrestano in San Nicolò, il 71enne, presenza fissa alle celebrazioni, era volontario e ministro straordinario del culto.
Tornando al risvolto giudiziario della vicenda, stamani - una volta conclusi gli interventi dei due professionisti a cui le parti hanno posto domande a precisazione - il giudice Beggio ha aggiornato l'udienza al prossimo 14 marzo per la discussione finale, cui farà poi seguito la sentenza.
G.C.
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