Lecco: Paola De Micheli in città per presentare il suo 'PD degli iscritti'

“Bonaccini vuole il partito degli eletti, cioè degli amministratori. Schlein punta ad un partito più movimentista. Io, invece, sono per il partito degli iscritti”. È un invito agli iscritti a riprendere in mano il proprio destino quello che Paola De Micheli ha sviluppato ieri sera al circolo Arci Promessi Sposi. Di fronte a lei, una platea non particolarmente folta ma molto attenta. “Questo congresso costituente deve essere l’occasione per rimettere in discussione tutto e formulare le nostre idee per il futuro ripartendo dai territori” ha sottolineato Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del PD prima di lasciare la parola alla deputata.

Paola De Micheli

Classe 1973, originaria di Piacenza, dove tra l’altro è consigliera comunale, Paola De Micheli è stata la seconda dei quattro candidati alla segreteria del PD ad arrivare a Lecco dopo Elly Schlein domenica sera da Fiore. “Questo è almeno il quinto congresso in cui sento parlare di cambiare la classe dirigente. Dietro a Schlein e Bonaccini, però, si stanno muovendo le medesime oligarchie di sempre” ha esordito De Micheli.

La proposta politica dell’ex ministro dei trasporti, non a caso, si fonda sulla necessità di un rinnovamento profondo all’interno del Partito Democratico. Rinnovamento in cui devono avere un ruolo centrale, come detto, gli iscritti. “Quando mi parlano delle regole io voglio sentirmi dire solo cosa decidono gli iscritti. Sulle regole di svolgimento di questo Congresso, per esempio, cosa avete deciso? Se gli iscritti non contano più niente poi è chiaro che si passa da un milione di tesserati nel 2007 ai 56mila odierni” ha sottolineato la deputata emiliana. “Prendiamo il Jobs Act, un tema su cui il Partito si è diviso e ha dibattuto a lungo. Si poteva mandare la legge a tutti i circoli e dare loro un mese di tempo per discutere e poi decidere attraverso normali votazioni”. Un ragionamento così schietto non può non affrontare il problema delle correnti. “Una volta le correnti erano aree di pensiero mentre oggi sono i luoghi dove si soddisfano gli appetiti dei leader. Io credo che ogni corrente, per essere un’associazione riconosciuta dal partito debba avere 10 mila iscritti, debba versare 50 mila euro al PD nazionale e dovrebbe offrire ogni mese delle giornate di formazione e cultura politica gratuite e aperte a tutti” ha proposto De Micheli. Un cambiamento così radicale dovrebbe ovviamente coinvolgere anche i metodi.

Manuel Tropenscovino

“Dobbiamo ricostruire un rapporto con il mondo del lavoro ma se ci presentiamo solo in occasione delle elezioni loro finiranno per non credere a quanto gli proponiamo. Bisogna stare tra la gente, ascoltare e vivere i problemi. Dobbiamo credere di poter cambiare questo Partito Democratico” ha proseguito l’ex vicesegretario di Nicola Zingaretti. In questo quadro, secondo De Micheli è fondamentale sciogliere le contraddizioni e mettere in evidenza alcuni errori effettuati nel passato, chiedendo scusa. “Io non voterei più la legge sulle provincie o il provvedimento sul taglio dei parlamentari senza un accordo vero sulla legge elettorale proporzionale. Sono anche a favore del ripristino del finanziamento pubblico ai partiti“ ha ammesso la deputata. Ad ascoltarla nella sala c’erano Gian Mario Fragomeli e Veronica Tentori, ex colleghi di De Micheli alla Camera, nonché Pietro Radaelli, che, come Fragomeli, è candidato al consiglio regionale in vista delle elezioni del 12 – 13 febbraio.

Nei suoi quaranta minuti di intervento, Paola De Micheli ha disegnato la cornice di un rinnovamento complessivo del Partito Democratico da cui partire per poi sviluppare una strategia politica fondata su pochi elementi come diritti sociali, disuguaglianze, precarietà e clima. “Basta essere subalterni ai 5stelle o a Draghi/Monti di turno” ha poi aggiunto la parlamentare prima di prendere posizione in modo netto su un tema molto sensibile per i lombardi. “In Italia è stato raggiunto un livello altissimo di diseguaglianze tra le comunità. In un contesto simile io sono contraria a qualsiasi forma di autonomia regionale differenziata” ha spiegato De Micheli. Infine, la chiosa: “Mi sono recata in cinquanta provincie e vi assicuro che tra le sezioni del PD lo spirito vitale c’è. Sta a noi lavorare per farlo riemergere”.
A.Bes.
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