Crandola: per Sant'Antonio anche la tradizionale benedizione degli animali

Dopo l'apertura delle celebrazioni nella serata di ieri con la tipica cena a base di scapinasc e carne con patate, a cui ha fatto seguito il tradizionale falò, sono proseguiti questa mattina a Crandola i festeggiamenti per Sant’Antonio Abate, con la Messa celebrata da don Bruno Maggioni e accompagnata dalla Corale Parrocchiale di Margno.


Gli animali ai piedi dell'altare


La distribuzione delle calze ai bambini

Il sempre "vivace" e coinvolgente sacerdote dell’Alta Valle nella sua omelia ha affermato: “Siamo qui oggi perché uno degli amici di Gesù è stato proprio Sant’Antonio, ma non quello di Padova; il “nostro” Sant’Antonio è quello che ha abbandonato tutto per andare nel deserto. Dove non c’era niente, ma solo il diavolo che lo tentava in tutti i modi: mentre cominciava a pregare, gli faceva venire in mente pensieri strani, lo distoglieva dalla concentrazione, lo destabilizzava nel suo equilibrio di eremita”.




Il sindaco Matteo Manzoni

Don Bruno ha poi ricordato il significato che da sempre assume la festa patronale di Crandola: “Sant’Antonio è patrono della terra, dell’agricoltura e degli animali. Per questo, abbiamo portato qui oggi galline, gatti, conigli, oltre alle capre e ai cani che vedremo dopo in piazza”, aggiungendo che “abbiamo bisogno di sole, pioggia, natura e di tutto ciò che ci circonda”.




Poi un’esortazione a tutti i fedeli presenti: “Serve sempre amore. Sant’Antonio si è ritirato nel deserto per amore, innanzitutto per Gesù e poi per chiunque incontrava”, sottolineando che “amare vuol dire amare una persona, un volto, un nome..., non amare genericamente. Un prete, perciò, non deve predicare sopra le teste della gente, ma deve scendere tra loro, guardare negli occhi le persone e rendersi conto che necessitano di tenerezza, abbracci, carezze”, perché “c’è sempre un gran bisogno di umanità, di ascolto, di servizio, di essere vicini a chi è in difficoltà. Amare il prossimo come te stesso significa non solo “non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te”, ma anche procurare agli altri ciò che a te fa piacere: gentilezza, attenzione, cure”.



Infine, don Bruno ha ricordato “le tante modalità per vivere bene l’amore: il rimprovero va fatto con squisita carità, l’aiuto non va dato togliendo alle persone la loro dignità, facendole sentire ancora più povere di quello che sono, ma stando loro vicini e facendo avere loro quello di cui hanno bisogno. Il perdono poi è sempre necessario”. “Dio e il prossimo: questo l’insegnamento che portiamo a casa oggi da Sant’Antonio Abate, per noi, per la Chiesa e per tutto il mondo” ha concluso il parroco.



Al termine della funzione, il bacio della reliquia di Sant’Antonio (quest’anno ancora soltanto un “tocco”), e una sorpresa a tutti i bimbi presenti, grazie a don Bruno che ha regalato loro una calza della befana. Dopo questo momento di gioia per i più piccoli, ci sono state le parole del sindaco di Crandola Valsassina Matteo Manzoni, che ha aperto il suo discorso con un ricordo speciale, quello per Maurizio “Ciccio” Zuccalli, per anni autista dello scuolabus, oltre che membro dell’Amministrazione comunale, scomparso prematuramente circa due settimane fa.



In seguito, il primo cittadino crandolese ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione della festa di Sant’Antonio: la Pro Loco, i volontari, la Corale di Margno che ha animato la Messa e la stessa popolazione che ha partecipato numerosa tanto alle celebrazioni di ieri sera, quanto alla Messa odierna. “Era da tanto tempo che non vedevo una chiesa così piena e così tanta gente a preparare i ravioli in Pro Loco” ha dichiarato. Manzoni ha inoltre rivolto il suo saluto a Michael Bonazzola, assessore della Comunità Montana, e a Dario Pesenti, sindaco di Morterone, entrambi presenti alle celebrazioni di questa mattinata. Concludendo con un augurio per il 2023: “Dobbiamo essere felici e orgogliosi di essere il paese che siamo. Evviva Sant’Antonio ed evviva Crandola!”.


Per ultimo, il discorso della presidente della Pro Loco di Crandola e Vegno, “Laly”. “Mi sono trasferita qua sei anni fa e mi sono sentita subito a casa, mi avete accolta e accettata così come sono, senza troppi ma e se. Ora sono anche alla guida della nostra Pro Loco, ed è per questo che ringrazio voi, ma in primis i miei figli e la mia famiglia allargata per il sostegno e il supporto. Ringrazio Matteo, il nostro sindaco, e i suoi consiglieri per la loro disponibilità. Ringrazio le mie “donne”, perché senza di loro i nostri scapinasc si sarebbero aperti tutti. Ringrazio le attività che hanno collaborato per rendere possibile la realizzazione della festa e il gruppo falò per aver scaldato la serata, oltre che i volontari che aiutano a tutte le feste dell’anno. Ringrazio infine don Bruno perché lo “stalkerizzo” sempre per le Messe. Grazie davvero a tutti, spero siate orgogliosi del nostro impegno e del nostro lavoro”.


Dopo la funzione, invece, uno dei momenti più importanti della festa di Sant’Antonio con la benedizione degli animali, impartita da don Bruno nella piazzetta poco distante dalla chiesa. Ha fatto seguito un rinfresco per tutti i presenti.
Nel pomeriggio, infine, la tombolata in Pro Loco, mentre martedì, alle 20.15, è fissata la Messa nel giorno vero e proprio del Santo Patrono, il 17 gennaio appunto.
A.Te.
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