Crandola: il falò e i gustosi scapinasc per la festa di Sant'Antonio

Da una decina di giorni il suono delle campane di Sant'Antonio a Crandola annuncia la festa del patrono. Dopo due anni di stop imposto dall'emergenza sanitaria, infatti, si è tornati a festeggiare il protettore degli animali. Il gruppo del falò ha provveduto a costruire le pira, alta ben 14 metri, che ieri sera è stata incendiata, secondo un'altra tradizione ripresa dopo la sospensione forzata.




Gli scapinasc, i grandi ravioli dal ricco ripieno di carne, che con l'aggiunta di amaretti vengono preparati sia nella versione salata che in quella dolce, hanno poi "monopolizzato" la cena di ieri presso la sede della Pro Loco di Crandola e Vegno, che in due turni ha servito circa 300 commensali.





La preparazione del gustoso piatto tipico della festa ha visto l'impegno di oltre una ventina di volontari del sodalizio, uomini e donne, con la partecipazione anche di tre giovani under 18. Anche le attività commerciali del luogo sono state coinvolte offrendo, chi gli ingredienti, chi le torte per la serata, e contribuendo così alla buona riuscita della festa, che è tornata al suo massimo splendore.




Alle 22.00, poi, l'accensione del falò ha richiamato tutti all'esterno, per ammirare l'enorme fuoco ardente che ha riscaldato i presenti. Fuoco ben visibile anche da altri paesi della valle, perché Sant'Antonio è sì la festa di Crandola, ma ha sempre richiamato numerose persone anche da fuori; inoltre lo spettacolo pirotecnico ha rallegrato ulteriormente l'atmosfera. Immancabile il parroco don Bruno Maggioni, che anche ieri sera a cena ha intrattenuto tutti. Oggi la benedizione degli animali.
M.A.
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