Maggianico: 'Gente di montagna' in mostra al Figini negli scatti d'altri tempi di Giandomenico Spreafico
Inaugurata al circolo Figini di Maggianico la mostra fotografica di Giandomenico Spreafico, prima di una serie dedicata alla montagna e che, sotto il titolo di “Fuori dal tempo”, vedrà prossimamente altre esposizioni.
Da parte sua, l’autore ha spiegato come queste foto siano state scattate strada facendo mentre si andava a camminare «perché il mio hobby era l’alta montagna», ma certi scorci e certe situazioni non ce li si poteva lasciare sfuggire.
«E’ un lavoro – ha detto Spreafico – che risale al periodo dal 1970 al 1992, poi non ho più fotografato perché mi ero stancato e la mia attrezzatura l’ho regalata al terzo mondo sperando che potesse servire a qualcuno… Ho sempre lavorato in bianco e nero perché la fotografia è il bianco e nero. E oggi qualcuno vi ci sta tornando anche se è difficile trovare il materiale. Le ho stampate tutte io, a casa mia. E devo essere grato a mia moglie che non mi ha mai detto nulla, mi ha sempre lasciato andare in montagna e poi chiudermi in camera scusa senza rimproverarmi perché magari ci sarebbero stati i bambini da curare. E del resto fotografare allora non era come oggi con i cellulari o le macchine digitali. Allora, il rullino era di 36 foto e costava, bisognava stare attenti…».
La mostra di Spreafico resterà aperta fino al 19 febbraio (da martedì a domenica dalle 8 alle 22, lunedì chiuso; ingresso libero).
Venerdì 20 gennaio, inoltre, alle 21 si terrà un incontro sul “fascino della fotografia stereoscopica”. Relatori, Luciano Ravasio e Mauro Corneo.
“Gente di montagna” è il tema della 28 fotografie esposte nella sala del circolo e rappresentano uno “spicchio” dell’attività fotografica di Spreafico, ormai da tempo interrotta ed è, la mostra, un’occasione per recuperare immagini davvero di ormai altri tempi.
Giandomenico Spreafico
Da parte sua, l’autore ha spiegato come queste foto siano state scattate strada facendo mentre si andava a camminare «perché il mio hobby era l’alta montagna», ma certi scorci e certe situazioni non ce li si poteva lasciare sfuggire.
«E’ un lavoro – ha detto Spreafico – che risale al periodo dal 1970 al 1992, poi non ho più fotografato perché mi ero stancato e la mia attrezzatura l’ho regalata al terzo mondo sperando che potesse servire a qualcuno… Ho sempre lavorato in bianco e nero perché la fotografia è il bianco e nero. E oggi qualcuno vi ci sta tornando anche se è difficile trovare il materiale. Le ho stampate tutte io, a casa mia. E devo essere grato a mia moglie che non mi ha mai detto nulla, mi ha sempre lasciato andare in montagna e poi chiudermi in camera scusa senza rimproverarmi perché magari ci sarebbero stati i bambini da curare. E del resto fotografare allora non era come oggi con i cellulari o le macchine digitali. Allora, il rullino era di 36 foto e costava, bisognava stare attenti…».
La mostra di Spreafico resterà aperta fino al 19 febbraio (da martedì a domenica dalle 8 alle 22, lunedì chiuso; ingresso libero).
Giandomenico Spreafico, Simona Piazza e Antonio Pattarini
Venerdì 20 gennaio, inoltre, alle 21 si terrà un incontro sul “fascino della fotografia stereoscopica”. Relatori, Luciano Ravasio e Mauro Corneo.
D.C.