PAROLE CHE PARLANO/106

Arance o mandarini?

Torniamo ancora una volta alle domande inutili, perché i tifosi degli uni o degli altri sono così ben distribuiti che pochi rinuncerebbero agli aromi e ai sapori di entrambi i frutti che contribuiscono da tempi remoti a creare il clima natalizio.
Sappiamo che il paese principe degli agrumi è la Sicilia, ma forse non tutti ne conoscono la storia. Si presume che già i Romani coltivassero le arance, da loro chiamate malum aureum, mela dorata; tuttavia furono gli Arabi, quando si stanziarono in Sicilia tra l'827 e il 1091, a determinare la definitiva introduzione di questi agrumi nei loro splendidi giardini. In particolare, l'arancia amara era chiamata in arabo nāranj, derivato forse dal persiano nāranğ, col possibile significato di frutta preferita degli elefanti. Non deve sorprendere che nel tempo "un narancio", come erano chiamati inizialmente questi frutti (è attestato nell'Ariosto e in alcuni dialetti), sia diventato "un arancio", per caduta della "n".
La storia del mandarino è più semplice. Anch'esso ha origini antiche nell'estremo oriente, ma si diffuse in Europa in tempi relativamente recenti, nella prima metà dell'800. Come pianta ornamentale, approdò dapprima in Inghilterra, poi a Malta e più tardi in Sicilia dove si acclimatò molto bene. Assunse il suo nome dai mandarini, funzionari nell'antica Cina, i cui abiti erano di colori vivaci, principalmente rossi e arancioni.





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Rubrica a cura di Dino Ticli
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