Lecco: un ventenne e un'associazione di appassionati 'salvano' un bus di linea storico (e raro)
Lorenzo Lanfranconi, lecchese, classe 2002, parrebbe proprio essere il più giovane possessore in Italia di un... autobus. E non uno qualunque, ma precisamente il Civibus 875 numero 21, un mezzo ormai storico, che ha fatto servizio sulle linee urbane della città per numerosi anni, per poi passare alla SAC di Calolziocorte. Il pullman è stato salvato poco prima della demolizione dal ventenne che ne è diventato proprietario a tutti gli effetti. D'intesa con all'associazione Storicbus, con sede a La Spezia, verrà preservato come vettura storica. La notizia è stata data sui canali social del sodalizio proprio il primo giorno dell'anno, con un ringraziamento speciale a Lorenzo.
Il primo “pezzo” storico su cui Lorenzo aveva messo gli occhi era il 66, la vettura più anziana nel parco macchine di Linee Lecco, risalente al 1996. Già a 14 anni, l'appassionato, avrebbe voluto “averlo”, per metterlo in sicurezza. Difficile per lui, ancora minorenne, realizzare un sogno così dispendioso, pur avendo già ottenuto l'appoggio di un amico – Alessandro Malighetti – pronto a concedergli un terreno dopo, eventualmente, ricoverare il mezzo dopo l'acquisto.
A tale, iniziale, scopo, Lorenzo ha provveduto a sostituire la pavimentazione decisamente rovinata. "L'interno ad oggi è ancora molto scarno ma a livello di motore è tenuto benissimo, si è rotto il motorino di avviamento ma sono riuscito a sistemarlo. L'ho guidato più volte all'interno del campo dove era stato posizionato, perché mi era consentito per tenerlo attivo. Purtroppo ho subito anche un vandalismo, mi hanno sfondato un vetro che non sono ancora riuscito a sostituire ma sono in trattativa con un vetraio molto bravo. Ho conosciuto poi un trasportista che mi ha consigliato Storicbus di La Spezia: è tra le migliori associazioni italiane che salvano bus d'epoca e ho scoperto che erano interessati al mezzo già da prima di me. Secondo questo esperto, con Storicbus avrei potuto sistemare ciò che mi mancava per riportare il bus a nuova vita".
Lanfranconi è anche risalito alla targa storica del mezzo che proveniva da Milano grazie ad una foto del 1991 e con un lavoro di squadra sarà possibile a re-immatricolarlo allo stesso modo.
Ma Lorenzo già guarda avanti: vorrebbe salvare anche altre due vetture storiche, un bus della Man, che però pare dia molti problemi di manutenzione e la ex vettura 26 di Linee Lecco. Per ora è solo un sogno, ma in futuro si vedrà.
Il lecchese, nel mentre, ma sta portando avanti insieme ad un amico anche un progetto di riorganizzazione del trasporto pubblico locale che prevede nuovi orari per le linee attuali, più semplici da ricordare, favorendo al contempo coincidenze con altri mezzi e treni. La proposta – racconta – è già stata presentata in Comune.
"Mi hanno chiamato anche da Napoli per ricreare la viabilità del quartiere del Vomero, sta diventando quasi un lavoro, è da molto che sono concentrato su questo progetto, ho veicolato la mia passione su qualcosa che non mi aspettavo potesse diventare un'opportunità lavorativa".
La cartolina pubblicata da storicbus il primo gennaio 2023
"I bus mi sono sempre piaciuti fin da piccolino, avevo anche realizzato un plastico in scala che ho ancora adesso” ci racconta Lanfranconi. “Più avanti, andando a scuola, utilizzavo i pullman di linea e nello specifico il numero uno che mi portava fuori dal mio istituto: da lì mi sono avvicinato agli autisti, con cui ho fatto amicizia, e la passione è diventata sempre più forte".Il primo “pezzo” storico su cui Lorenzo aveva messo gli occhi era il 66, la vettura più anziana nel parco macchine di Linee Lecco, risalente al 1996. Già a 14 anni, l'appassionato, avrebbe voluto “averlo”, per metterlo in sicurezza. Difficile per lui, ancora minorenne, realizzare un sogno così dispendioso, pur avendo già ottenuto l'appoggio di un amico – Alessandro Malighetti – pronto a concedergli un terreno dopo, eventualmente, ricoverare il mezzo dopo l'acquisto.
A tale, iniziale, scopo, Lorenzo ha provveduto a sostituire la pavimentazione decisamente rovinata. "L'interno ad oggi è ancora molto scarno ma a livello di motore è tenuto benissimo, si è rotto il motorino di avviamento ma sono riuscito a sistemarlo. L'ho guidato più volte all'interno del campo dove era stato posizionato, perché mi era consentito per tenerlo attivo. Purtroppo ho subito anche un vandalismo, mi hanno sfondato un vetro che non sono ancora riuscito a sostituire ma sono in trattativa con un vetraio molto bravo. Ho conosciuto poi un trasportista che mi ha consigliato Storicbus di La Spezia: è tra le migliori associazioni italiane che salvano bus d'epoca e ho scoperto che erano interessati al mezzo già da prima di me. Secondo questo esperto, con Storicbus avrei potuto sistemare ciò che mi mancava per riportare il bus a nuova vita".
Lanfranconi è anche risalito alla targa storica del mezzo che proveniva da Milano grazie ad una foto del 1991 e con un lavoro di squadra sarà possibile a re-immatricolarlo allo stesso modo.
Il mezzo con la targa originale
"Vorrei che gli appassionati possano poter tornare ad ammirarlo, tante persone quando ancora funzionava a Calolzio venivano da lontano per vederlo o provarlo, non credevo. L'attenzione è dovuta all'unicità del modello, un Portesi, già molto raro all'epoca e oggi probabilmente ultimo pezzo rimasto"Ma Lorenzo già guarda avanti: vorrebbe salvare anche altre due vetture storiche, un bus della Man, che però pare dia molti problemi di manutenzione e la ex vettura 26 di Linee Lecco. Per ora è solo un sogno, ma in futuro si vedrà.
Il lecchese, nel mentre, ma sta portando avanti insieme ad un amico anche un progetto di riorganizzazione del trasporto pubblico locale che prevede nuovi orari per le linee attuali, più semplici da ricordare, favorendo al contempo coincidenze con altri mezzi e treni. La proposta – racconta – è già stata presentata in Comune.
"Mi hanno chiamato anche da Napoli per ricreare la viabilità del quartiere del Vomero, sta diventando quasi un lavoro, è da molto che sono concentrato su questo progetto, ho veicolato la mia passione su qualcosa che non mi aspettavo potesse diventare un'opportunità lavorativa".
Andrea Gianviti