Mandello: dalle onoranze funebri al palco, il mentalista Vicini continua a piacere

Davide Vicini

“Vicini” a Mandello e nei comuni attigui, richiama subito alla mente l'impresa di onoranze funebri di cui, con la famiglia, è titolare. Attività ovviamente delicata, che richiede da una parte una buona dose di capacità organizzativa (anche per il disbrigo delle pratiche con annessi e connessi) e dall'altra inevitabilmente tatto e quell'empatia necessaria nell'entrare in contatto con le persone, nel momento del distacco da una persona cara e dunque del dolore.
Viene dunque difficile pensare che un “Vicini”, addentro quotidianamente nel mestiere di famiglia, possa, dismessa la “professione”, diventare al momento opportuno, uomo di spettacolo. Davide Vicini, mandellese, ci riesce invece benissimo, indossando tra l'altro, in scena, da anni ormai, dei “panni” particolarissimi. Quelli del “mentalista”.
“Davide – si legge sul sito del giovane – è un ipnotista. Attraverso l'utilizzo acuto dei suoi cinque sensi, cercherà di dare la parvenza di possederne un sesto”. Insomma, nelle sue performance, sul palco, in pedana o one to one, riesce a interpretare il pensiero altrui, mettendo a frutto studi condotti in autonomia. Per questa arte, ci spiega, infatti, Vicini, 35 anni, “non esistono scuole, io sono cresciuto da autodidatta, appassionato fin da bambino”.
Tra i primi muri da abbattere, l'accostamento proprio tra il suo impegno da mentalista e quello nelle onoranze funebri. Ora “appena salgo sul palco sono io a dichiarare del mio lavoro nell'azienda di famiglia” precisa, dopo aver già collezionato, negli anni, importanti “chiamate” prendendo parte a meeting aziendali e altri iniziative per team di lavoro di marchi di assoluto rilievo come Shell e Deutsche Bank Italia ma anche Pirelli e Ferrari, fino all'Acquario di Genova e al Gran Premio auto di Monza.  
Sotto i riflettori, l'ipnotista con il suo talento riesce a creare stupore e meraviglia tra gli spettatori. “Il pubblico deve sentirsi accolto, dove nulla c'è di pericoloso o imbarazzante. Da solo non potrei fare niente perché lo spettacolo nasce dalla gente stessa che assiste alle mie performance”. Davide potrebbe benissimo essere un personaggio televisivo, “bucherebbe” certamente lo schermo. Ma quel legame profondo che crea con le persone diffuso dall'elettrodomestico di casa a suo dire “sa di artefatto, solo dal vivo è più autentico”. Predilige salire sui palchi, condividendoli, alle volte, come successo anche nella “sua” Mandello, anche con l'amico Paolo Ruffini.
Sottrattosi al piccolo schermo, ma non al grande, la sua storia artistica ha ispirato la regista lecchese Ilaria Pezone che, nel 2020, ha dedicato al mentalista di casa nostra il documentario “Var-hami”, premiato anche negli USA. Un'avventura, quella di Davide, che meritava dunque di essere raccontata. E che, vista la giovane età e la voglia di fare, si arricchirà sicuramente di tante altre pagine. Con soddisfazione.
Al.Bot.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.