PAROLE CHE PARLANO/105
Panettone
Scriveva la poetessa milanese Alda Merini su Avvenire nel 2006: Io quest'anno ho spento le candele: tutti mi hanno invitato, ma quella notte non farò nulla di diverso, nulla che io non faccia sempre, proprio come quando ero bambina; al limite si cambiava stanza, si andava dalla camera al tinello per vedere se era arrivato Gesù, e per mangiare il panettone, che allora si chiamava "el pan de Toni".
Sono diverse le leggende che cercano di spiegare l'origine del panettone, il dolce natalizio per eccellenza, ma una più di altre ci offre anche l'origine del nome. Sembra che un duca, forse proprio Ludovico il Moro, in occasione di un banchetto natalizio, ordinò ai suoi cuochi di preparare qualcosa di originale e saporito. Dovendo dividersi i compiti, a un giovane sguattero fu ordinato di cuocere il dolce. Il povero ragazzo, probabilmente stanco per il lungo e duro lavoro, si addormentò, lasciando bruciare la sua pietanza. Pieno di timore per le conseguenze, cercò di arrangiarsi, utilizzando un panetto di burro che aveva conservato per la sua famiglia. Lo impastò a lungo con farina, uova, uvetta, scorze di cedro candito e lievito, ottenendo un composto profumatissimo e soffice dopo la cottura. Il capocuoco andò su tutte le furie, ma non poté fare altro che servire quello strano pane candito. Il successo fra i nobili ospiti fu grande e inaspettato e ben presto la notizia si diffuse in tutta Milano. Da allora, visto che lo sguattero si chiamava Antonio, quel dolce prese il nome di pan del Toni e col tempo panettone.
Rubrica a cura di Dino Ticli