Carabinieri alla Meridiana (immagine di repertorio)
A Lecco piove hashish. O almeno così parrebbe essere successo nel pomeriggio di ieri sulle scale del centro commerciale Meridiana durante il fermo di un giovanissimo tratto poi in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. L'intervento dei Carabinieri è scattato attorno alle 14.30, su richiesta del 118 uscito per prestare assistenza a due ragazze che avrebbero poi riferito di aver "fumato" dopo aver acquistato sul posto dell'hashish da uno straniero descritto come giovane, alto, magro e vestito di nero. Attivate le ricerche, gli uomini del Norm sono riusciti a rintracciare il sospettato, non lontano, in presenza di altri tre soggetti che si sarebbero dileguati a seguito del parapiglia originato dal controllo. Il presunto pusher, sottoposto a perquisizione è stato trovato infatti in possesso di una scatola di caramelle contente delle dosi di cocaina. 11 grammi in tutto. Sentitosi braccato avrebbe dunque provato a imboccare le scale e scappare, venendo riacciuffato da un operante che nella colluttazione ha rimediato lesioni poi referente in ospedale. Ma non solo: come accennato, sarebbe volato anche un involucro contenente 23 grammi di "fumo", precipitato dall'alto durante il tentativo di fuga del giovanotto poi identificato in un giovanissimo tunisino, classe 2003, regolare in Italia - tanto da aver lavorato, a suo dire, per un'azienda di pulizie in servizio anche in Questura - ma senza fissa dimora. Tradotto in Tribunale questa mattina per la convalida, al cospetto del giudice Bianca Maria Bianchi, ha riferito di aver ricevuto lo scatolino delle caramelle da un marocchino (di cui ha fornito solo il nome di battesimo) a cui avrebbe dovuto poi restituirlo e sostenuto di non aver fatto cadere lui l'hashish, ammettendo solo di averne fumato, al centro commerciale, con altri stranieri tra cui uno "zio" marocchino che glielo avrebbe offerto.
Incensurato, pur con un precedente di polizia per furto aggravato, assistito dall'avvocato Stefano Didonna, nominato per lui dalla mamma accorsa oggi in tribunale, ha optato, dopo la convalida dell'arresto, per il processo con rito abbreviato. Il viceprocuratore Mattia Mascaro, nel chiederne la condanna, ha sostenuto di non aver apprezzato l'atteggiamento del tunisino in Aula, poco collaborativo anche nel fornire indicazioni circa dove vive, ospite, parrebbe del soggetto che gli ha consegnato le caramelle poi rivelatesi essere dosi di “polvere bianca”. Il difensore ha fatto leva invece sulla sua giovane età e sulla presenza della madre, a garanzia dell'intenzione del giovane di cambiare rotta, probabilmente trasferendosi con la famiglia in Francia. Riferendo come il ragazzo fosse pronto a patteggiare – con accordo non trovato con la Procura – il legale ha chiesto per lui una pena più mite rispetto a quella prospettata dalla pubblica accusa (un anno e 8 mesi). E così è stato. Una riqualificazione e una assoluzione – su uno dei capi d'imputazione – hanno portato il giudice Bianchi a sentenziare una condanna a 7 mesi e 15 giorni, con sospensione condizionale.