Un ricordo di don Luigi
Monsignor Luigi Stucchi
Scrivo un pensiero, un ricordo, di don Luigi Stucchi solo perché li sto leggendo esclusivamente di credenti, o addirittura uomini di fede e chiesa, e credo sia un limite, nostro.
Io non appartengo a quella famiglia, ho al più visto qualche impronta nel mio cammino ma non ho ancora certamente visto l'orso.
Non sono ateo ma credo più nella conquista del Paradiso terreno per tutti.
Se devo scegliere quale paradiso.
Ho incrociato solo negli ultimi decenni l'anima buona e la disponibilità di don Stucchi perché caro amico della famiglia di mia moglie e colui che ha sposato, un secolo fa, i miei suoceri.
Mio suocero Giuseppe Valsecchi è stato un giovane ragazzo di Valmadrera che, con tanti altri, è cresciuto e a fatto crescere il bene e la solidarietà di cui il giovane don Luigi li ha aratro, dissodato la terra, e seminato con giudizio e frutto che ancora, mi pare, per questo, si continua a raccogliere e riseminare su quel terreno di responsabilità e condivisione.
Ho negli anni rivisto spesso e anche a casa mia don Luigi, veniva a portare un saluto, un'amicizia, ancor più e prima che una benedizione alle sopraggiunte fragilità fisiche di mio suocero.
Hanno e abbiamo piantato assieme, nel nostro giardino, un Ulivo di Pace e impegno, di Fede per la parte di chi ci credeva e di umanità per quelli ancora in cerca come me, che è lì forte e saldo.
L'ho rivisto don Luigi pochissimi mesi fa, nella sua Villa Cagnola a Gazzada dove la sua esperienza di Fede e di Gestione hanno continuato a dare frutti e semi per i terreni spirituali di molti.
L'ho sempre trovato un uomo buono, naturalmente e umanamente disposto all'ascolto e al sostegno e i suoi scritti, anche i meno recenti e le sue parole, mi fanno ancora pensare, oggi in questo giorno doloroso della sua dipartita terrena, che la Chiesa avrebbe, ha immenso bisogno sempre più di uomini e donne come don Luigi e anche noi, soprattutto noi, miscredenti e cercatori di semi o semplicemente di terreni.
Paolo Trezzi