La Veglia di Natale di CL nel segno di don Giussani, il 23

Torna il 23 dicembre nella Basilica di San Nicolò (inizio ore 21) la tradizionale Veglia di Natale proposta a tutta la città da Comunione e Liberazione Lecco. Sarà un momento di preghiera, di ascolto musicale e di canto comune in preparazione della festa cristiana, in continuità con le celebrazioni per il centenario della nascita di don Luigi Giussani, l’iniziatore di Gioventù Studentesca e di CL che si è già visto dedicare la mostra tenutasi agli inizi di novembre presso il polo lecchese del Politecnico e che è stata visitata da oltre duemila persone.
Don Giussani ha sempre ritenuto la musica una via privilegiata di percezione del bello come splendore del vero, capace di suscitare e tenere vivo il desiderio della “bellezza infinita”, riconoscendovi una modalità eccezionale attraverso cui il Mistero parla al cuore dell’uomo. E nel corso degli anni ha proposto una geniale rilettura di tanti brani musicali della tradizione cristiana e non, coinvolgendo e guidando migliaia di giovani e meno giovani alla loro scoperta curiosa e attenta.
Lungo questa traccia, e spaziando dal gregoriano alla musica sacra spagnola, da De Victoria a Rachmaninov, la Veglia proporrà una serie di componimenti eseguiti dal coro Cantate Domino, insieme a canti della tradizione natalizia popolare. Verranno anche ripresi alcuni degli interventi di don Giussani che indicano nella musica un potente strumento educativo, di conversione e cambiamento personale. L’ultima parte della Veglia di Natale sarà dedicata alla preghiera per la pace, da Papa Francesco insistentemente richiesta ai cristiani in questi momenti drammatici e segnati dalla sanguinosa guerra in Ucraina. Monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco, interverrà a chiudere l’intero percorso della serata.
Il manifesto invito della Veglia ripropone il “Volantone” natalizio di Comunione e Liberazione, che raffigura un particolare della “Madonna dei pellegrini” di Caravaggio con due brevi interventi di don Giussani e di Papa Francesco:

“Per me tutto avvenne come la sorpresa di un «bel giorno», quando un insegnante di prima liceo – avevo quindici anni – lesse e spiegò la prima pagina del Vangelo di san Giovanni. «Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne,» diceva «perciò la bellezza s’è fatta carne, la bontà s’è fatta carne, la giustizia s’è fatta carne, l’amore, la vita, la verità s’è fatta carne: l’essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi». Ecco, questo è tutto. Perché la mia vita da giovanissimo è stata letteralmente investita da questo: sia come memoria che persistentemente percuoteva il mio pensiero, sia come stimolo a una rivalutazione della banalità quotidiana. L’istante, da allora, non fu più banalità per me. Quando un così «bel giorno» accade e si vede improvvisamente qualcosa di bellissimo, non si può non dirlo all’amico vicino, non si può non mettersi a gridare: «Guardate là!». E così successe”.
Luigi Giussani

“Da ragazzo, a soli quindici anni, era stato folgorato dalla scoperta del mistero di Cristo. Aveva intuito – non solo con la mente ma con il cuore – che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, è la risposta a tutti gli interrogativi umani, è la realizzazione di ogni desiderio di felicità, di bene, di amore, di eternità presente nel cuore umano. Lo stupore e il fascino di questo primo incontro con Cristo non lo hanno più abbandonato. Come disse alle sue esequie l’allora Cardinale Ratzinger: «Sempre don Giussani ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo. Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cristianesimo è un incontro; una storia d’amore; è un avvenimento». Qui sta la radice del suo carisma. Don Giussani attraeva, convinceva, convertiva i cuori perché trasmetteva agli altri ciò che portava dentro dopo quella sua fondamentale esperienza: la passione per l’uomo e la passione per Cristo come compimento dell’uomo”.
Papa Francesco
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