La Veglia di Natale di CL nel segno di don Giussani, il 23

Don Giussani ha sempre ritenuto la musica una via privilegiata di percezione del bello come splendore del vero, capace di suscitare e tenere vivo il desiderio della “bellezza infinita”, riconoscendovi una modalità eccezionale attraverso cui il Mistero parla al cuore dell’uomo. E nel corso degli anni ha proposto una geniale rilettura di tanti brani musicali della tradizione cristiana e non, coinvolgendo e guidando migliaia di giovani e meno giovani alla loro scoperta curiosa e attenta.
Lungo questa traccia, e spaziando dal gregoriano alla musica sacra spagnola, da De Victoria a Rachmaninov, la Veglia proporrà una serie di componimenti eseguiti dal coro Cantate Domino, insieme a canti della tradizione natalizia popolare. Verranno anche ripresi alcuni degli interventi di don Giussani che indicano nella musica un potente strumento educativo, di conversione e cambiamento personale. L’ultima parte della Veglia di Natale sarà dedicata alla preghiera per la pace, da Papa Francesco insistentemente richiesta ai cristiani in questi momenti drammatici e segnati dalla sanguinosa guerra in Ucraina. Monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco, interverrà a chiudere l’intero percorso della serata.
Il manifesto invito della Veglia ripropone il “Volantone” natalizio di Comunione e Liberazione, che raffigura un particolare della “Madonna dei pellegrini” di Caravaggio con due brevi interventi di don Giussani e di Papa Francesco:
“Per me tutto avvenne come la sorpresa di un «bel giorno», quando un insegnante di prima liceo – avevo quindici anni – lesse e spiegò la prima pagina del Vangelo di san Giovanni. «Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne,» diceva «perciò la bellezza s’è fatta carne, la bontà s’è fatta carne, la giustizia s’è fatta carne, l’amore, la vita, la verità s’è fatta carne: l’essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi». Ecco, questo è tutto. Perché la mia vita da giovanissimo è stata letteralmente investita da questo: sia come memoria che persistentemente percuoteva il mio pensiero, sia come stimolo a una rivalutazione della banalità quotidiana. L’istante, da allora, non fu più banalità per me. Quando un così «bel giorno» accade e si vede improvvisamente qualcosa di bellissimo, non si può non dirlo all’amico vicino, non si può non mettersi a gridare: «Guardate là!». E così successe”.
Luigi Giussani“Da ragazzo, a soli quindici anni, era stato folgorato dalla scoperta del mistero di Cristo. Aveva intuito – non solo con la mente ma con il cuore – che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, è la risposta a tutti gli interrogativi umani, è la realizzazione di ogni desiderio di felicità, di bene, di amore, di eternità presente nel cuore umano. Lo stupore e il fascino di questo primo incontro con Cristo non lo hanno più abbandonato. Come disse alle sue esequie l’allora Cardinale Ratzinger: «Sempre don Giussani ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo. Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cristianesimo è un incontro; una storia d’amore; è un avvenimento». Qui sta la radice del suo carisma. Don Giussani attraeva, convinceva, convertiva i cuori perché trasmetteva agli altri ciò che portava dentro dopo quella sua fondamentale esperienza: la passione per l’uomo e la passione per Cristo come compimento dell’uomo”.
Papa Francesco
