Calolzio: al Rota una mostra su... Rota, un botanico in Rete
Lorenzo Rota, chi? Ebbene la risposta è ormai alla portata di tutti. Basta un click. E no, non ci riferiamo al ciclista, ancora in attività, che fino a qualche tempo fa, almeno online, rubava la scena al "nostro" Lorenzo Rota, quello nato a Carenno, a cui la "sua" Val San Martino - su spinta anche del preside di allora, come sottolineato dalla dirigente di oggi, citando Nevio Lo Martire - ha intitolato il plesso scolastico di via Lavello a Calolzio, unica scuola superiore del circondario.
Ad inserire la voce "Lorenzo Rota" (1818 - 1855, 37 anni e 7 figli) tra le pagine di Wikipedia, sono stati proprio gli alunni dell'Istituto nell'ambito di un progetto che li ha portati a "pubblicizzare" sull'enciclopedia "libera" più nota del web anche diversi altri beni civici del territorio. A tale attività è dedicata una delle sezioni della mostra temporanea “Lorenzo Rota - Un botanico in rete” inaugurata venerdì, alla presenza di una platea "istituzionale", nell'atrio della scuola.
A curare l'iniziativa, che ai cari vecchi cartelloni associa anche grandi lavagne multimediali, per una fruizione digitale dei contenuti, l'Istituto stesso e il Gruppo Muratori e Amici Ca’ Martì aps di Carenno, in collaborazione con l’Orto Botanico di Bergamo e la Rete degli Orti Botanici della Lombardia.
La preside Carmela Teodora Carlino e il professor Lentini
In "esposizione" ci sono infatti anche le riproduzioni in alta risoluzione dei fogli dell'erbario ottocentesco confezionato da Lorenzo Rota (che, all'attività di medico, sua professione, ha associato la botanica). Ciò ad attestare la mole di lavoro scientifico mossa dal "protagonista" nella sua pur breve vita. Un "pregio" associato però anche a ulteriori due "valori", sottolineati nella mostra: quello dello studio e della ricerca come strumento di emancipazione delle giovani generazioni e la deontologia professionale di un medico condotto in prima linea contro il colera, pur essendo particolarmente sensibile egli stesso alle malattie dell'apparato digerente, come sottolineato da Gabriele Rinaldi, direttore dell'Orto Botanico di Bergamo, intervenuto al taglio del nastro da remoto in quanto bloccato, all'ultimo, in casa.Nel suo discorso, ha focalizzato dunque l'attenzione su Rota non solo quale personaggio importante, per il territorio, dal punto di vista della conoscenza scientifica - "è stato esploratore che ha lasciato tracce" - ma anche sul suo essere cittadino appassionato (e antiaustrico, ai tempi di un regime oppressivo).Lo stesso entusiasmo del dottor Rinaldi è trapelato anche dalle parole del professor Matteo Lentini che, con il collega Silvio Romano e Dario Vanoli per il Gruppo Muratori e Amici Ca’ Martì, ha curato il progetto, concretizzatosi anche con la realizzazione di alcuni "meme", per rendere ancor più "accattivante" i concetti espressi nella mostra. Soddisfatta la dirigente Carmela Teodora Carlino che, non a caso, ha posto l'accento sulle "energie di tutti che convogliano", nell'interesse dei ragazzi e, in questo caso, anche dell'intero territorio.