PAROLE CHE PARLANO/103

Conversione 

Sicuramente una bella parola, dai molteplici usi. Nasce dal latino convèrtere, composto da con- e vèrtere, col significato di rivolgere, trasformare, mutare, cambiare. Certamente, visto che siamo in pieno Avvento, a molti credenti la conversione ricorderà la necessità di mutare direzione e abbandonare il male per il bene. Ad altri, i rapidi o meditati mutamenti di ideologia o di partito politico.
Più laicamente, gli automobilisti riferiranno questo termine ai cambiamenti di direzione, come quelli che il codice della strada definisce conversioni (o inversioni) a U. Nel passato, era anche sinonimo di rivoluzione dei pianeti. Galileo, nel suo dialogo sui massimi sistemi, scrive: [...] aspettando la venuta di Vostra Signoria, per sentir le novità de i pensieri intorno alla conversione annua di questo globo.
A un esperto di informatica, il termine farà subito venire in mente la trasformazione dei file da un formato a un altro; a un fisico, il primo principio della termodinamica o le conversioni tra le diverse un'unità di misura; a un chimico, magari il rapporto tra la quantità di reagente consumata e la quantità di reagente inizialmente presente.
Comunque sia, la conversione è sempre un movimento positivo, naturale e di crescita; tuttavia, esiste una sua controparte, che ha sempre come capostipite il verbo vèrtere: la perversione (con il per- che indica deviazione, quindi col significato di rovesciare, travolgere, corrompere), tipica di chi ha un'inclinazione profonda e costante verso il male.


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Rubrica a cura di Dino Ticli
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