Casargo: si rinnova l'antica tradizione del falò della vigilia di Natale

Una tradizione tramandata da oltre tre secoli quella del falò della vigilia di Natale a Casargo, con un significato particolare e religioso. La pira viene incendiata dopo la Messa di mezzanotte con lo scopo preciso di riscaldare il bambino Gesù appena nato e infreddolito – avvolto in fasce e posto in una mangiatoia come dice il Vangelo - e per ingannare l’attesa dei più piccoli, in vista della consegna dei doni.



Da oltre trecento anni - come raccontano gli anziani del paese - le fiamme raggiungono il cielo e scaldano la magica notte di Natale, un rito che si ripeterà anche il prossimo 24 dicembre grazie all'impegno dei "Ragazzi del Falò" in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di Casargo, nelle vesti del sindaco Antonio Pasquini e della vice Wilma Berera, il gruppo Anti incendio boschivo locale per garantire la sicurezza durante l'evento e la Pro Loco che prepara il vin brulé per riscaldare tutti fino all'accensione della pira, nonché i bar e gli esercizi commerciali che offrono pranzi e cene durante il periodo in cui il tutto viene allestito. Tra loro anche Luigi Nicora dell'Albergo Alpino, che sottolinea “il grande momento di aggregazione che scaturisce da tutto questo, tra duro lavoro ma soprattutto amicizia per portare avanti una tradizione che arriva dai nostri nonni e oltre”.



Fin dai tempi più antichi i falò erano due, quelli di Casargo e Codesino, la località più prossima al centro dove è situato il Municipio. Anche se forse è il caso di dire che una volta il "fuoco" era visto come una sfida, tra “capoluogo” e frazione Codesino. La competizione iniziava a settembre, quando si cominciava a raccogliere "la roba", come viene chiamata dai ragazzi che portano avanti la tradizione, ginestre, ginepro e conifere varie. La catasta di legna veniva montata su tre forche (i pali che messi incrociati sostengono i vari rami all’interno che poi vengono arsi): Codesino la innalzava anche a quattro, con piante di castagno installate al suolo con i "palchetti" per realizzare diversi piani, all’interno dei quali veniva posto il materiale da bruciare creando una catasta di legna a forma di piramide.



La sfida tra Casargo e Codesino si interruppe nel 1995, limitando il rito a un solo grande falò a Casargo. Il fattore che muove le persone a tramandare questa consuetudine è l'amore che lega la gente al proprio paese, la passione tuttora viene messa nel costruire e raccogliere il materiale per la grande catasta, ma soprattutto l’amicizia “con la A maiuscola” come sottolinea Davide Rusconi, capogruppo del sodalizio "I Ragazzi del Falò", nome che dal 2016 contraddistingue le persone che ogni anno si occupano appunto dell'iniziativa.



Entrato a far parte di questo mondo all’età di otto anni, Davide ha partecipato nell'ultimo biennio in cui ci sono state due pire a riscaldare la notte di Natale, aiutando a costruirle entrambe. "Dal 2016 anche alcune ragazze sono entrate come parte attiva di questo sodalizio", ci ha raccontato. A questo punto il gruppo, ben affiatato, ha cominciato a occuparsi anche di altre iniziative, organizzando un torneo di calcio, diverse cene e anche la Festa del Papà, in modo da rimanere attivo anche in altri periodi dell’anno.



Per tre anni, fino alla diffusione della pandemia, questi giovani hanno organizzato anche una giornata alla Scuola Primaria “per spiegare alle nuove generazioni come si organizza il grande falò della vigilia, mostrando immagini e video e raccontando i valori di questa tradizione”. Nel 2020, anno in cui non era possibile creare assembramenti in luoghi pubblici, si è deciso di allestire un piccolo spettacolo pirotecnico al Sasso Dragone.



Attualmente il gruppo conta una trentina di ragazzi di ogni età che hanno a cuore il territorio di Casargo (alcuni anche residenti nei paesi limitrofi),  tutti uniti nel portare avanti la tradizione ultracentenaria del falò. Una cena, poi, sancisce il grande ringraziamento di queste persone verso chi ha collaborato.



Anche quest'anno, come anticipato, il falò prenderà fuoco la notte della vigilia al grido di “foga”, nel momento in cui gli addetti si recano alla catasta per incendiare con le torce tutto il materiale depositato, dopo la Messa di mezzanotte presso il piazzale di Casargo antistante la chiesa. Appuntamento immancabile per riscaldare, oltre il viso di chi ammira le fiamme librarsi verso il cielo, anche i cuori degli animi più sensibili, certi di partecipare a un evento che si trasmette da secoli.
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