Lecco: la Polizia lo trova al centro commerciale, a giudizio per 'evasione'
Il vpo Caterina Scarselli ha chiesto una condanna pari a 10 mesi per un giovane di origini sudamericane finito a processo lunedì mattina davanti al Tribunale di Lecco in composizione monocratica con l'accusa di evasione. Sarebbe stato trovato dagli agenti della Questura presso il centro commerciale Le Meridiane, mentre era sottoposto agli arresti domiciliari. “Avevo chiesto ed ottenuto dal giudice di sorveglianza il permesso a frequentare un corso serale. A giugno 2021 però, mentre ero a lezione, mi sono sentito male e sono tornato a casa” ha raccontato l'imputato in aula. Stando alla sua versione, resa al giudice Bianca Maria Bianchi in forma di spontanee dichiarazioni, lungo il tragitto avrebbe fatto una sosta al centro commerciale per ritirare le chiavi di casa dalla sorella: “quando la Polizia mi ha fermato ho riferito che stavo rientrando, ma gli agenti mi hanno detto che era comunque un'evasione”.
Una spiegazione dei fatti non credibile secondo il pubblico ministero, che nel corso della propria requisitoria ha contestato sia la mancata prova di un ingresso a scuola quella sera da parte dell'imputato, sia il fatto che sia stato trovato dai poliziotti in compagnia di altri soggetti. D'altro canto, secondo il difensore del ragazzo (l'avvocato Marco Rigamonti del foro di Lecco) non sarebbe stata provata la colpevolezza del proprio assistito, per cui ha chiesto l'assoluzione.
Il giudice, che ha aggiornato il processo al 13 gennaio, si è riservata prima di emettere sentenza di sentire due testimoni (l'imputato era infatti stato ammesso a rito abbreviato), fra cui la sorella del giovane.
Una spiegazione dei fatti non credibile secondo il pubblico ministero, che nel corso della propria requisitoria ha contestato sia la mancata prova di un ingresso a scuola quella sera da parte dell'imputato, sia il fatto che sia stato trovato dai poliziotti in compagnia di altri soggetti. D'altro canto, secondo il difensore del ragazzo (l'avvocato Marco Rigamonti del foro di Lecco) non sarebbe stata provata la colpevolezza del proprio assistito, per cui ha chiesto l'assoluzione.
Il giudice, che ha aggiornato il processo al 13 gennaio, si è riservata prima di emettere sentenza di sentire due testimoni (l'imputato era infatti stato ammesso a rito abbreviato), fra cui la sorella del giovane.
F.F.