Caso Gilardi, processo per ''diffamazione'' a carico delle Iene. Rigettata l'istanza di incompetenza territoriale. Ad aprile i testi

Iniziata poco prima delle tredici di quest'oggi si è conclusa attorno alle 18, con tre ore di camera di consiglio e la discussione sull'ammissione delle prove, l'udienza a carico di Brahim El Mazoury, ex badante di Carlo Gilardi, della "Iena" Nina Palmieri e dell'autrice televisiva Carlotta Bizzarri.
Il giudice Gianluca Piantadosi ha già calendarizzato la serie di udienze, stabilendone anche il "contenuto" e arrivando fino a settembre del prossimo anno con la speranza di poter chiudere il processo che vede come parte lesa, per il reato di diffamazione aggravata, l'avvocato lecchese Elena Barra.

Secondo l'impianto accusatorio, tutto ancora da dimostrare, gli imputati avrebbero leso la reputazione del legale, nella sua veste di amministratore di sostegno del facoltoso professore di Airuno, portato in RSA con la forza, secondo la versione dell'ex badante e di una corrente di sostenitori formatasi dopo il "polverone mediatico" scaturito dai servizi andati in onda nel programma delle Iene. La dottoressa Barra sarebbe stata screditata da alcuni servizi televisivi con allusioni, secondo quanto riportato nel capo di imputazione, alla "commissione di abusi ed irregolarità nello svolgimento dell'incarico, compiuti anche per appropriarsi del patrimonio di Gilardi".

La seduta di oggi si è aperta con l'avvocato del responsabile civile (Reti Televisive italiane spa Gruppo Mediaset) che, oltre a negare il consenso alle videoriprese, ha opposto una istanza di incompetenza territoriale. Secondo il legale, infatti, il tribunale dove incardinare il processo sarebbe quello di Monza, territorio cui afferisce Cologno monzese sede dove avvengono le riprese televisive, e non Lecco in quanto località di residenza della persona offesa.
Il reato di (presunta) diffamazione in questione, infatti, oltre a non riferirsi a un fatto specifico sarebbe da ricondurre comunque al primo luogo della sua diffusione, che non è la provincia lariana.
Una richiesta a cui si sono associate le difese anche degli imputati e a cui invece si è opposto sia il pubblico ministero, adducendo anzitutto la specificità dei fatti contestati e poi sostenendo la competenza lecchese in quanto luogo dove è avvenuta la percezione del presunto messaggio offensivo, e anche la parte civile.
Ritiratosi in camera di consiglio, il giudice Gianluca Piantadosi è ritornato a pomeriggio inoltrato comunicando le sue decisioni. È stata anzitutto rigettata l'istanza relativa all'incompetenza territoriale in quanto i fatti sono specifici e quindi il processo va incardinato dove si trova la residenza della presunta persona offesa. A questo punto si è passati alla discussione sull'ammissione delle prove che avrebbe dovuto tenersi nell'udienza già calendarizzata del 16 dicembre che è stata dunque revocata.
Per il pubblico ministero sono stati ammessi tutti i testi mentre la parte civile è stata invitata a scegliere due fra i tre operanti intervenuti a casa di Gilardi. Un teste non è stato ammesso in quanto ritenuto superfluo.
Ammessi anche i testi della difesa ma a testimoniare non ci sarà alcun politico e nemmeno il garante della privacy. Sì alla testimonianza di due giornaliste televisive. Il giudice, infine, si è riservato sul teste Carlo Gilardi,
La prossima udienza sarà il 28 aprile alle ore 9.30 con i testi del pubblico ministero (avvocato Barra, avvocato Natali e dottor Millul) e uno della parte civile (avvocato Andrea Fumagalli).
Il 30 giugno si concluderà con i testimoni della parte civile mentre il 21 luglio è previsto l'esame degli imputati e il 15 settembre i testi a difesa.
La vicenda entrerà nel vivo, dunque, a partire dal prossimo mese di aprile quando l'aula del tribunale, immaginiamo, sarà particolarmente affollata.

S.V.
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