Magni: disegno di legge per norme a tutela dal mobbing
Il Senatore lecchese Tino Magni di Alleanza Verdi Sinistra ha presentato un disegno di legge per introdurre norme per la tutela delle lavoratrici e dei lavoratori da molestie morali e psicologiche nel mondo del lavoro.
Ad oggi, l’Italia non si è ancora dotata di una legislazione in materia di mobbing, nonostante da molti anni siano depositate in Parlamento proposte legislative per regolamentare la materia, proposte che puntualmente vengono fatte decadere dalle molte resistenze che si manifestano attorno a questo tema.
Questo nonostante la risoluzione del Parlamento europeo n. 2001/2339 del 20 settembre 2001 esorti gli Stati membri a rivedere e, nel caso, «a completare la propria legislazione vigente sotto il profilo della lotta contro il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nonché a verificare e ad uniformare la definizione della fattispecie del “mobbing”, sottolineando espressamente la responsabilità degli Stati membri e dell’intera società per il mobbing e la violenza sul posto di lavoro, ravvisando in tale responsabilità il punto centrale di una strategia di lotta a tale fenomeno.»
La psicologia del lavoro indica con l’espressione mobbing, che deriva dall’inglese to mob (accerchiare, aggredire), il complesso delle azioni e dei sintomi derivanti da una situazione di terrore psicologico sul posto di lavoro.
Il fenomeno non è per niente da sottovalutare: non è secondario né poco frequente, ed in tutto il mondo colpisce più le donne degli uomini e, nella maggior parte dei casi, comincia sotto forma di molestie sessuali.
Una legge in materia è ormai indispensabile anche in Italia, e non solo per motivi etici: l’Unione europea ha più volte sanzionato l’Italia per la mancanza di una legge su questo fenomeno. Le malattie mentali e fisiche dovute al mobbing recano disagio socio-emotivo e danni socio-economici rilevanti alla società: costi per i ricoveri ospedalieri, costi per le cure e, infine, un lavoratore costretto al prepensionamento determina un costo sociale notevolmente più elevato rispetto ad un lavoratore che va in quiescenza all’età prevista. Un danno economico rilevante anche per la società e le aziende, sia pubbliche che private.
Il disegno di legge presentato da Tino Magni con co-firmatari Peppe De Cristofaro, Ilaria Cucchi e Aurora Floridia intende disciplinare un fenomeno in forte espansione attraverso norme in grado di prevenire la diffusione e di sanzionare i comportamenti persecutori.
Ad oggi, l’Italia non si è ancora dotata di una legislazione in materia di mobbing, nonostante da molti anni siano depositate in Parlamento proposte legislative per regolamentare la materia, proposte che puntualmente vengono fatte decadere dalle molte resistenze che si manifestano attorno a questo tema.
Questo nonostante la risoluzione del Parlamento europeo n. 2001/2339 del 20 settembre 2001 esorti gli Stati membri a rivedere e, nel caso, «a completare la propria legislazione vigente sotto il profilo della lotta contro il mobbing e le molestie sessuali sul posto di lavoro, nonché a verificare e ad uniformare la definizione della fattispecie del “mobbing”, sottolineando espressamente la responsabilità degli Stati membri e dell’intera società per il mobbing e la violenza sul posto di lavoro, ravvisando in tale responsabilità il punto centrale di una strategia di lotta a tale fenomeno.»
La psicologia del lavoro indica con l’espressione mobbing, che deriva dall’inglese to mob (accerchiare, aggredire), il complesso delle azioni e dei sintomi derivanti da una situazione di terrore psicologico sul posto di lavoro.
Il fenomeno non è per niente da sottovalutare: non è secondario né poco frequente, ed in tutto il mondo colpisce più le donne degli uomini e, nella maggior parte dei casi, comincia sotto forma di molestie sessuali.
Una legge in materia è ormai indispensabile anche in Italia, e non solo per motivi etici: l’Unione europea ha più volte sanzionato l’Italia per la mancanza di una legge su questo fenomeno. Le malattie mentali e fisiche dovute al mobbing recano disagio socio-emotivo e danni socio-economici rilevanti alla società: costi per i ricoveri ospedalieri, costi per le cure e, infine, un lavoratore costretto al prepensionamento determina un costo sociale notevolmente più elevato rispetto ad un lavoratore che va in quiescenza all’età prevista. Un danno economico rilevante anche per la società e le aziende, sia pubbliche che private.
Il disegno di legge presentato da Tino Magni con co-firmatari Peppe De Cristofaro, Ilaria Cucchi e Aurora Floridia intende disciplinare un fenomeno in forte espansione attraverso norme in grado di prevenire la diffusione e di sanzionare i comportamenti persecutori.