I gestori delle case di riposo in assemblea. Mancano risorse e si fatica col personale

“Si parla di sostenibilità, solidarietà. La lista dei sostantivi usati a proposito del terzo settore si sta allungando. Io voglio parlare invece di sopravvivenza. Le nostre case di riposo da sole non possono più andare da nessuna parte”. È un quadro a tinte fosche quello tratteggiato nel suo saluto da Franco Lisi, presidente della Fondazione Casa del Cieco. Di fronte a lui, i gestori di diverse strutture attive sul territorio della nostra provincia, giunti ieri nella Rsa di Civate per partecipare all’assemblea provinciale di UNEBA, l’Unione Nazionale Istituzioni e iniziative di Assistenza Sociale.


 Franco Lisi

“Per mantenere elevata la qualità dei nostri servizi è necessario avvalersi anche delle nuove tecnologie. In secondo luogo, dobbiamo fare rete, collaborare di più tra di noi” ha sottolineato Lisi. Quello delle sinergie tra le varie strutture è un tema tornato frequentemente al centro della discussione durante l’assemblea. Dopo il saluto di Angelo Isella, sindaco di Civate, ha preso la parola Guido Agostoni, presidente del consiglio di rappresentanza dei sindaci presso l’ASST di Lecco nonché membro del dipartimento welfare di ANCI Lombardia.


 Guido Agostoni

“I servizi di assistenza e fragilità agli anziani rappresentano un dono, nonché un bene da tutelare attraverso un dialogo e un confronto a tutti i livelli. Durante la pandemia avete dato prova di cura e attenzione verso i vostri ospiti” ha esordito. “Come ANCI Lombardia abbiamo recentemente inviato una lettera alla regione per sottolineare l’urgenza di un confronto. L’obiettivo deve essere quello di garantire il proseguimento dell’attività di cura impendendo allo stesso tempo una diminuzione della qualità dell’assistenza o un incremento delle rette. Per ora la regione non ci ha risposto” ha proseguito Agostoni. “È necessario riconoscere ai professionisti che lavorano nelle case di riposo una retribuzione pari al valore dell’attività che loro svolgono assistendo le persone più fragili. Occorre uno slancio nel ripromuovere un dialogo tra i vostri enti, i comuni e gli ambiti coinvolgendo anche ASST e ATS”.


 Luca Degani

Tanti i temi sul tavolo. Con gli interventi di Luca Degani, presidente di UNEBA Lombardia, e Virginio Brivio, Coordinatore della Commissione Uneba Lombardia “PNRR, Fondi e Progetti”, la riunione è entrata nel vivo. “Siamo tutti infastiditi dal fatto che la ristrutturazione degli edifici finanziata con i soldi del PNRR riguardi solo strutture pubbliche, ossia quelle destinate a diventare case di comunità o ospedali di comunità. Il PNRR rischia di essere più muri che sostanza” ha esordito il primo. Più positivo l’approccio al tema dell’ex sindaco di Lecco. “Sono veramente tante le risorse destinate alla sistemazione delle infrastrutture. Poi ci sarà la sfida gestione e lì sarà fondamentale il coordinamento tra il pubblico e gli enti che già ci sono come i vostri. Nell’ambito della missione 5, inoltre, sono stati erogati alle ATS dei fondi tesi a finanziare anche progetti relativi all’anziani non autosufficienti e all’autonomia dei disabili. Le linee guida del ministero consentono di concretizzare queste idee attraverso la co-programmazione con gli enti del terzo settore. La vostra esperienza sarà fondamentale”.


Virginio Brivio

Virginio Brivio ha poi voluto dare due consigli ai presenti. “Dotatevi di un giovane ingegnere ambientale che possa valutare in modo serio e indipendente tutte le proposte che avete ricevuto e ricevere per quanto riguarda l’efficientamento energetico. Sempre nell’ambito del PNRR ci sono bandi non legati all’ambito sociosanitario a cui strutture come le vostre possono partecipare. Penso per esempio a tutto il tema della manutenzione dei beni storici monumentali come quello in cui ci troviamo oggi”.


Angelo Isella

I due relatori, Brivio e Degani, si sono poi trovati d’accordo su un punto: l’importanza del DM 77 del 23/05/2022, il quale contiene la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel SSN. “Questo DM ha messo nero su bianco i nuovi servizi che verranno aperti sul territorio. C’è una pianificazione con dei numeri e delle risorse. Si prevede un potenziamento dell’assistenza domiciliare e l’introduzione di unità d’offerta nuove come le case di comunità, gli ospedali di comunità e le centrali operative territoriali. La regione Lombardia ha declinato le linee guida nazionali con la dgr del 25 luglio 2022” ha spiegato Virginio Brivio. “Questo DM 77 va imparato a memoria” ha aggiunto Degani.


Luca Rossi

Il timore di tutti i gestori delle case di riposo e di RSA è che questi nuovi servizi finiscano per drenare ulteriormente personale ad un mondo, quello dell’assistenza alle persone più anziane e fragili, già in grave difficoltà. “Attiviamo corsi di formazione in servizio che coinvolgono persone più vicine ai 50 che ai 40. È necessario orientare le azioni formative e di reperimento di personale verso i più giovani. Con regione Lombardia stiamo cercando di rafforzare il valore del diploma di operatore tecnico sociosanitario.



Ad oggi quei ragazzi non possono essere assunti come Oss perché dovrebbero fare un corso di formazione” ha sottolineato il presidente di Uneba Lombardia. La mancanza di personale si intreccia in modo chiaro con la necessità di una maggiore collaborazione tra le strutture, almeno questo è ciò che è emerso dal dibattito sviluppatosi nella seconda parte della mattinata. “Poco tempo fa abbiamo svolto un sondaggio tra i nostri abbonati in cui è emerso che in media non si riesce a reperire il 25% del personale.


Roberto De Capitani

Questo però è un valore medio perché in alcune zone, per esempio quelle di montagna, la percentuale sale fino al 75%” ha sottolineato Roberto de Capitani, presidente di Uneba Lecco. Dati che hanno reso il racconto di Luca Rossi, rappresentante della casa di riposo La Madonnina di Vendrogno, ancora più paradossale. “Abbiamo provato a coinvolgere le altre tre RSA della Valsassina e alcuni enti formativi per organizzare dei corsi di formazione in cui il tirocinio fosse svolto nelle nostre strutture. Il centro soccorso Valsassina ci metteva a disposizione gli spazi per fare i corsi. Nessuna delle altre RSA ci ha seguito e alla fine anche l’ente formativo si è tirato indietro. Avevamo trovato 27 persone disponibile a fare corsi OSS o ASA. Bisogna avere l’umiltà necessaria a comprendere che da soli non andiamo da nessuna parte”. Drammatico il commento del valsassinese sulla situazione economica: “Ormai i conti non li guardo più, aspetto che mi chiami il direttore della banca”.
A.Bes.
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