Lecco: pestaggio per un prestito, 4 anni e 8 mesi al 25enne indagato anche per la faida tra trapper e lo spaccio sul Viale

Fabio Carter Gapea
Per l'indagine di Milano, quella sulla faida tra trapper che lo vede imputato, in concorso con altri tra cui Simba La Rue, di lesioni e rapina ai danni di due “rivali”, è l'unico, insieme al bergamasco Marco Locatelli, ad aver optato per non adire a riti alternativi andando dunque a dibattimento, dopo il giudizio immediato disposto dal PM. Per quella di Lecco, per certi versi concatenata all'altra, vertente su un ampio giro di spaccio con epicentro in viale Turati, dopo l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal GIP Salvatore Catalano è in attesa invece della prossima mossa della Procura. Nel mentre, Fabio Carter Gapea, 25enne lecchese, origini africane ma primo vagito emesso a Palermo, ha rimediato quest'oggi una pesante – ma poteva andargli anche peggio – condanna dal Collegio del Tribunale cittadino che gli ha fatto perdere il beneficio della sospensione condizionale della pena, accordatogli da altri giudici chiamati, in precedenza, a valutare altri suoi “inciampi con la Giustizia” risalenti (anche) al tempo in cui era ancora minorenne.
Rapina e lesioni aggravate le ipotesi di reato che hanno portato il ragazzo in Aula, per un episodio risalente al 17 marzo 2019 quando, nella ricostruzione della pubblica accusa, oggi sostenuta in Aula dal sostituto procuratore Alessandro Gobbis, avrebbe, in concorso con altro soggetto non identificato, raggiunto sul piazzale della stazione di Lecco un conoscente a cui aveva prestato 300 euro il giorno precedente, aggredendolo fino a mandarlo in ospedale con una prognosi superiore ai 40 giorni, per poi sottrargli il cellulare e 37 euro che aveva nelle tasche. 6 anni e 1.800 euro di multa la richiesta di condanna avanzata dal PM, ritenendo provata la partecipazione di Fabio Carter Gapea all'episodio al centro del procedimento, con il reato di rapina non configurabile nel meno grave reato di esercizio arbitrario delle proprie ragione “per l'esorbitanza della reazione violenta e per il coinvolgimento di una terza persona”. Conclusioni, quelle del dottor Gobbis, condivise dell'avvocato Stefano Mandelli, legale della persona offesa, costituitasi parte civile, sottolineando diversi elementi emersi nel corso dell'istruttoria tali da rendere evidente il coinvolgimento del 25enne nel pestaggio subito dal suo assistito. Di tutt'altro avviso l'avvocato Marilena Guglielmana. “Che confusione!”, l'esordio della sua arringa. “Non c'è nulla di chiaro”, in estrema sintesi la sua conclusione, ricordando altresì come uno dei testimoni chiave della vicenda abbia in Aula dapprima ritrattato le accuse mosse nei confronti di Carter Gapea salvo poi ripresentarsi in Tribunale per aggiustare il tiro. “E' venuto qui a fare lo show”, nelle parole del legale dell'imputato che ha ricondotto gli addebiti mossi al proprio cliente ad una vendetta, evidenziando altresì come la persona offesa abbia provato a ritirare la querela (per reati però procedibili comunque d'ufficio) e non abbia “mai pronunciato una volta il nome Gapea” nel corso della sua deposizione. Rimarcate altresì evidenti lacune nelle indagini, concetto ribadito anche dal co-difensore Ilaria Guglielmana che ha sottolineato come, gli inquirenti, pur disponendo del numero di targa dell'auto da cui sarebbero scesi gli aggressori, non abbiamo fatto ulteriori accertamenti per risalire a chi fosse in uso e a chi ci fosse a bordo.
Piuttosto breve la camera di consiglio. Il Collegio – presidente Paolo Salvatore, a latere Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi – ha riqualificato la rapina in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, condannando poi il lecchese ad una pena complessiva di 4 anni e 8 mesi, riconoscendo una provvisionale di 5 mila euro alla parte civile e le spese di costituzione a carico dell'imputato, al momento detenuto (ma per le due indagini che lo riporteranno a breve in Tribunale, a Milano prima e a Lecco poi).
A.M.
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