La dirigente Carmela Teodora Carlino
Eduscopio, la guida interattiva offerta dalla Fondazione Agnelli per aiutare le famiglie a scegliere la scuola superiore migliore per i propri figli, l'ha incoronato come il più “performante” Liceo Scientifico tradizionale del territorio. Eppure tale indirizzo al Rota di Calolzio parrebbe destinato, nel giro di un triennio, a estinguersi, non essendo state attivate, negli ultimi due anni, nuove classi prime per carenza di iscrizioni ed il “niet” dell'Ufficio scolastico territoriale ad autorizzare comunque una mini-sezione, magari rimpolpata alleggerendo la pressione sugli altri Istituti di Lecco e Merate. Ma per la nuova – e volonterosa – dirigente scolastica, insediatasi in via Lavello solo lo scorso settembre, il destino dello Scientifico in quel di Calolzio non è ancora del tutto segnato. Anzi, l'inversione di rotta e dunque la formazione di una classe prima dopo due anni di "buco" parrebbe ora essere alla portata. Una speranza, quella della professoressa Carmela Teodora Carlino, alimentata dalla buona affluenza registrata dagli open day promossi dalla scuola per farsi conoscere, finalmente in “presenza” e dunque direttamente in Istituto, dopo due anni di visite solo da remoto, con tutti i limiti del caso quanto a possibilità, per ragazzi e genitori, di toccare davvero con mano le caratteristiche proprie di una realtà come il plesso calolziese. “Abbiamo organizzato un incontro dedicato solo al Liceo Scientifico tradizionale, comunicando i dati raccolti attraverso un'indagine curata dal mio primo collaboratore ed invitando le famiglie a riflettere sulle peculiarità di questo indirizzo” spiega la preside, facendo riferimento ad un'analisi che ha evidenziato come per il passato anno scolastico, su circa 300 alunni licenziati dalle scuole secondarie di primo grado degli Istituti comprensivi di Calolzio e Olginate – il bacino d'utenza potenziale del Rota – solo 10-12 studenti avessero scelto il Liceo Scientifico tradizionale, numeri troppo bassi per formare una classe. Numeri che, al tempo stesso, hanno permesso di trarre anche altre conclusioni portando la scuola stessa ad ammettere di non essere evidentemente “arrivata” ai ragazzi e ai loro genitori o comunque la non comprensione da parte della platea del “pregio” di tale indirizzo, in qualche modo poi “fagocitato” - almeno al Rota – dal Liceo Scientifico scienze applicate, considerato forse più moderno (o facile) perché senza latino. Per scegliere quest'ultimo, al posto del tradizionale – sottolinea però la professoressa Carlino - occorre una predisposizione o comunque una maggior passione per materie come fisica e matematica, a cui sono dedicate tante ore già dal primo anno, richiedendo un non indifferente carico di studio. La speranza dunque è che gli open day in presenza, in qualche modo, facilitino un orientamento più appropriato e funzionale. Con Eduscopio, nuovo alleato in questo senso, arrivato ad attestare una qualità dell'insegnamento già riconosciuta e – per una buona parte – frutto anche del fatto che il Liceo Scientifico tradizionale del Rota gode di personale di ruolo, dedicato, dettaglio che “garantisce continuità”, come ben evidenziato dalla dirigente, onesta comunque nel sottolineare altresì la validità della analoghe scuole di Merate e Lecco, riconoscendo anche il “potere attrattivo” del capoluogo su ragazzi che, dopo le medie, vogliono andare “in città” e godere, dopo scuola, di ciò che la stessa offre. “Per la classe, sono fiduciosa” la chiosa, comunque ottimista, della preside.
A.M.