Olginate, accusato di aver colpito la barista con un pugno: assolto un 49enne bosniaco


Assolto perchè il fatto non sussiste. E' la sentenza pronunciata nella mattinata odierna dal giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta nei confronti di E.B., 49enne di origine bosniaca finito a processo per lesioni e danneggiamento.
Secondo il quadro accusatorio contestatogli dalla Procura, il 27 maggio 2020 l'uomo avrebbe colpito con un pugno in pieno volto la barista che gestisce il “Caffè dei Cigni”, sul lungolago Martiri della Libertà a Olginate, danneggiando poi gli arredi esterni del locale.
In realtà nel corso dell'istruttoria dibattimentale le versioni presentate dai due contendenti sono apparse diametralmente opposte. Da un lato la presunta parte lesa ha ribadito quanto già raccontato alle forze dell'ordine: quel pomeriggio il 49enne si sarebbe presentato ''alticcio'' nel locale, mandando all'interno tre bambini ad ordinare dei gelati e una grappa, senza però consegnare loro il denaro necessario. Da lì sarebbe nato il diverbio con la barista, per nulla intenzionata ad evadere la richiesta, perlomeno senza prima aver ricevuto la somma dovuta. A quel punto a detta della donna, il 49enne l'avrebbe aggredita, spingendola nel bar e sferrandole un pugno in faccia, all'altezza dello zigomo sinistro. Non contento avrebbe scagliato una sedia contro il muro, azione che aveva fatto preoccupare non poco l'esercente.
Una ricostruzione smentita tuttavia dalla difesa, rappresentata dall'avvocato lecchese Veronica Bonanomi e dalla collega del foro di Monza, Valentina Cogo (intervenuta in sostituzione dell'avvocato Roberta Crespi del foro meneghino).
In sede di discussione, nella precedente udienza, era stata infatti ribadita la versione del 49enne che ha sempre negato di aver sferrato un pugno all'esercente. L'arringa si era infatti chiusa con una richiesta di assoluzione per entrambi i capi di imputazione.
''Era una bella giornata dopo mesi di lockdown, così ho portato mia figlia e i suoi due amici a prendere un gelato'' aveva detto in aula l'imputato. ''Stavo dando i soldi a mia figlia quando ho visto la signora uscire dal bar e urtare il bambino che era con noi. A quel punto è vero che l'ho insultata''.
A quel punto a detta dell'imputato, la barista - nel parapiglia - gli avrebbe anche strappato la camicia, tentando di lanciargli contro un posacenere; infine sarebbe stata lei a prendere la sedia di plastica per tirargliela addosso'. ''Ma io l'ho trattenuta e per togliergliela di mano l'ho tirata contro alla parete'' la versione resa in aula dal bosniaco (ma con cittadinanza italiana e residente ad Olginate).
A completare l'istruttoria dibattimentale la testimonianza dei carabinieri della locale stazione - intervenuti a seguito della lite - e quella del papà dei due bambini presenti quel giorno, vicini di casa dell'imputato.
Se il pubblico ministero aveva chiesto la condanna dell'imputato a un anno di reclusione, stamani il giudice Barazzetta si è espresso in maniera differente, sentenziando l'assoluzione del 49enne.
G.C.
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