Sindacalista di USB a giudizio per diffamazione verso ASST
Diffamazione nei confronti della direzione generale di ASST Lecco. E' l'accusa di cui stamani è stato chiamato a rispondere, presso il palazzo di giustizia cittadino, Ellis Foschini, rappresentante sindacale di USB in seno all'azienda sanitaria con sede nel capoluogo (e presidi a Bellano e Merate).
Al centro del fascicolo finito sul tavolo del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta, un volantino, nel quale il dipendente criticava i ''vertici'' per alcune spese sostenute.
E' stato infatti il dg Paolo Favini a presentare denuncia-querela: era l'8 agosto 2019, come ha ricordato stamani in aula il numero uno di ASST, costituitosi parte civile tramite l'avvocato Stefano Pelizzari, quando è stata fatta la scoperta del documento. Affisso sui muri dei due principali ospedali e prima presentato al protocollo, riportava alcune spese ritenute esorbitanti, sostenute appunto dall'azienda.
''Venivamo accusati di aver speso 44mila euro per rifare gli uffici della direzione generale quando in realtà ne avevamo spesi 9.300 euro per togliere la moquette vecchia di 20 anni e sistemare impianti e la parte dello studio della segretaria. Ho trovato il contenuto del volantino, che non so chi abbia affisso, diffamatorio e con contenuti mistificati'' la sintesi dell'intervento di Favini.
Nel documento, dal titolo "Agosto caldo per le spese dei nostri direttori" che in calce recava foto e firma dell'imputato, si ipotizzava infatti che la cifra di 44mila euro fosse stata spesa per i lavori negli uffici della direzione generale. Contestati poi altri costi: 800 euro per una poltrona, 18mila euro per una sala fumatori e l'affitto di un parcheggio esterno. Il tutto in un periodo in cui l'azienda avrebbe ribadito ai lavoratori l'impossibilità di assumere nuovo personale e di acquistare strumentazioni.
Nella sua deposizione Favini ha spiegato di aver presentato una seconda querela, questa volta contro ignoti (e già archiviata dalla Procura), nell'ottobre del 2018, poichè ''alcuni documenti venivano resi pubblici in maniera illegittima''. ''Abbiamo riscontrato un rischio per la sicurezza dei dati riservati'' ha aggiunto.
La difesa - rappresentata dall'avvocato Stefania Scotto del foro di Messina - ha sottolineato come i lavori agli uffici fossero comunque parte di un pacchetto di interventi da 44mila euro dei quali per il sindacato non era possibile conoscere l'esatto dettaglio di spesa. Dubbia anche la paternità del volantino, così come il preciso riferimento al dg Paolo Favini.
Si torna il aula il 31 gennaio per il prosieguo dell'istruttoria che stamani si è arricchita anche della deposizione di Antonino Franco, allora direttore dell'ufficio tecnico di ASST Lecco.
Al centro del fascicolo finito sul tavolo del giudice in ruolo monocratico Giulia Barazzetta, un volantino, nel quale il dipendente criticava i ''vertici'' per alcune spese sostenute.
E' stato infatti il dg Paolo Favini a presentare denuncia-querela: era l'8 agosto 2019, come ha ricordato stamani in aula il numero uno di ASST, costituitosi parte civile tramite l'avvocato Stefano Pelizzari, quando è stata fatta la scoperta del documento. Affisso sui muri dei due principali ospedali e prima presentato al protocollo, riportava alcune spese ritenute esorbitanti, sostenute appunto dall'azienda.
''Venivamo accusati di aver speso 44mila euro per rifare gli uffici della direzione generale quando in realtà ne avevamo spesi 9.300 euro per togliere la moquette vecchia di 20 anni e sistemare impianti e la parte dello studio della segretaria. Ho trovato il contenuto del volantino, che non so chi abbia affisso, diffamatorio e con contenuti mistificati'' la sintesi dell'intervento di Favini.
Nel documento, dal titolo "Agosto caldo per le spese dei nostri direttori" che in calce recava foto e firma dell'imputato, si ipotizzava infatti che la cifra di 44mila euro fosse stata spesa per i lavori negli uffici della direzione generale. Contestati poi altri costi: 800 euro per una poltrona, 18mila euro per una sala fumatori e l'affitto di un parcheggio esterno. Il tutto in un periodo in cui l'azienda avrebbe ribadito ai lavoratori l'impossibilità di assumere nuovo personale e di acquistare strumentazioni.
Nella sua deposizione Favini ha spiegato di aver presentato una seconda querela, questa volta contro ignoti (e già archiviata dalla Procura), nell'ottobre del 2018, poichè ''alcuni documenti venivano resi pubblici in maniera illegittima''. ''Abbiamo riscontrato un rischio per la sicurezza dei dati riservati'' ha aggiunto.
La difesa - rappresentata dall'avvocato Stefania Scotto del foro di Messina - ha sottolineato come i lavori agli uffici fossero comunque parte di un pacchetto di interventi da 44mila euro dei quali per il sindacato non era possibile conoscere l'esatto dettaglio di spesa. Dubbia anche la paternità del volantino, così come il preciso riferimento al dg Paolo Favini.
Si torna il aula il 31 gennaio per il prosieguo dell'istruttoria che stamani si è arricchita anche della deposizione di Antonino Franco, allora direttore dell'ufficio tecnico di ASST Lecco.
G.C.