Lecco: via il limite dei due mandati per gli amministratori nominati dal Comune, la strada per la riconferma di Frigerio?

Mauro Frigerio, attuale amministratore unico di Linee Lecco
Ha fatto molto discutere il consiglio comunale lecchese la modifica dell’articolo 2 delle Linee di indirizzo per la nomina e la designazione dei rappresentanti del Comune presso enti, aziende e istituzioni, proposta dal sindaco Mauro Gattinoni durante la riunione di lunedì sera. “Si tratta di soggetti quali le partecipate o gli enti benefici come gli Istituti riunioni Airoldi e Muzzi, in cui la designazione è fatta dal Comune e oggi non possono essere nominati coloro che hanno ricoperto la carica di amministratori per due mandati” ha detto il primo cittadino.
Le modifiche votate dalle maggioranza sono state due: la prima è servita a specificare che queste nomine riguardano gli amministratori e non gli organi di controllo, come previsto dalla nuova normativa che ha tolto il vincolo dei due mandati per il collegio sindacale. L’altra invece riguarda la premessa, che subordina il vincolo dei due mandati degli amministratori di enti e società alle “esigenze di continuità aziendale collegate allo sviluppo e all’attuazione dei piani industriali”.
“Si tratta di una premessa che ha valenza funzionale e politica, non per arrogare al sindaco o al politico di turno un diritto di nomina ma per ampliare la possibilità di riconferma degli amministratori qualora questo sia richiesto da esigenze di continuità aziendale, quando i soggetti interessati vivono situazioni di trasformazione per cui un cambio di governance può compromettere la stabilità aziendale a discapito dell’azienda e dei servizi che eroga, a causa di una norma restrittiva che tutela un principio di turnazione, che viene confermato, ma non contempla le esigenze del soggetto presso cui il designato va operare. Con questa modifica andiamo a contemperare le due esigenze” ha chiarito Gattinoni.

“Classica forzatura di carattere politico” così ha apostrofato Corrado Valsecchi di Appello per Lecco questa proposta. “Gli enti partecipati non centrano niente, qua c’è Linee Lecco, una società al 100% del Comune di Lecco, unico caso sul quale può disporre di una decisione senza dover chiedere niente a nessuno, e c’è un amministratore già rinnovato tre volte che probabilmente si accinge ad essere rinnovato una quarta. Non ho niente contro l’attuale presidente ma io non riesco a capire perché la maggioranza voglia fare una variazione di questo genere. Abbiamo aperto un bando per questa posizione e sono arrivate delle disponibilità di manager importanti, perché non si deve andare a un ricambio? Il piano industriale lo porta avanti il direttore dell’azienda, non prendiamoci in giro, si sta irrigidendo in maniera schematica una volontà di mantenere lo status quo e io non posso accettarlo. Il ricambio è il bello della democrazia, è una cosa positiva, anche perché Linee Lecco si appresta a chiudere un bilancio in perdita di 900mila euro”.
Una lettura condivisa dal leghista Stefano Parolari: “L’articolo 2 nella sua forma originaria risale al 1993 ed era un punto qualificante di queste linee di indirizzo reso necessario proprio dagli usi della politica e dalla moda di piazzare persone nelle società e di lasciarle 10-15 anni a gestirle… Alla bisogna facciamo una modifica al regolamento che non ci sta, è fin troppo evidente. Così facendo andiamo contro il principio affermato in questo articolo, allora togliamolo e non mettiamo le cose in maniera così ipocrita”.
Anche Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia si è detto un “fermo sostenitore del vincolo dei due mandati”: “È una regola che serve, capita che il pubblico amministratore dopo troppi anni rischi di confondere la cosa di tutti con la cosa propria e il limite dei due mandati serve a impedirlo. Fino a che punto possiamo spingerci con le conferme? Qualche mese o all’infinito? Ci sarà sempre bisogno di chiudere qualche partita aperta. Ma la volontà politica qual è, rinnovare all’infinito il presidente di Linee Lecco? In questo modo diventa davvero indispensabile ma non è questo l’obiettivo dell’amministrazione comunale”.

È stato il capogruppo di Fattore Lecco, Matteo Ripamonti, a sostenere la scelta del sindaco: "Il criterio della rotazione ha le sue validità e non è stato tolto, è stata fatta un’aggiunta per valorizzare la continuità oltre che la rotazione. Sono due valori importanti per la gestione corretta di un ente, a volte serve più uno a volte l’altro, in questo modo potremo scegliere a seconda delle circostanze”.
Una spiegazione che non ha convinto Emilio Minuzzo di Forza Italia: “Vogliamo la rotazione? O riteniamo la continuità un valore? Non c’è niente di male nel fare una scelta ma che se ne dia una motivazione. Io credo nel principio della rotazione soprattutto in incarichi come questi di natura politica e non tecnica ma se si prende una decisione va presa con coraggio”.
A rispondere il dem Pietro Regazzoni: “Questo è il recepimento di una normativa che ha a che vedere con delle scelte. Linee Lecco ha alcuni problemi: la flotta degli autobus da cambiare, una nuova sede da trovare e il bilancio in difficoltà. Ci sono ragionamenti da fare e i discorsi teorici vanno calati nella realtà: stiamo parlando di risolvere problemi di un’azienda e ci sarà modo di discuterne".
Nella sua replica il sindaco ha cercato di allargare il punto di caduta: “Sarebbe sciocco per la città precludersi delle competenze per un criteri restrittivo che noi stessi ci siamo dati. E non vale solo per Linee Lecco, per la quale si sono chiuse le candidature per il ruolo di presidente la scorsa settimana, lo scopo è ben oltre”.
M.V.
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