Lecco: la storia del Lariosauro perduto, il cui calco è tornato in città dopo un secolo
Quella del calco esposto al Museo del Begiojoso, sembra una favola. La si potrebbe intitolare "Il lariosauro perduto... per oltre 120 anni". Invece non si tratta di fantasia, ma della vera storia del reperto... Rinvenuto in una cava di Perledo nel 1891 e presto venduto al miglior offerente, il fossile del rettile marino sembrò sparire nel nulla e se ne ignorava persino l'aspetto. Il solo a darne brevissima notizia fu nel 1893 Mario Cermenati, che in una guida di Lecco e dintorni si limitò a definire: "L'ultimo scoperto, abbastanza completo, passò nel Belgio".
Il fossile fu acquistato dal barone Ernest De Bayet di Bruxelles, che nel 1903 vendette la sua splendida collezione al Carnagie Museum of Natural History di Pittsburgh, USA, dove il pezzo è oggi esposto: l'anziano impiegò il denaro ricavato per regalare alla giovanissima moglie una villa, ironia della sorte, sul lago di Como. L'esatta classificazione e provenienza dell'esemplare erano però sconosciute agli studiosi statunitensi, ai quali le ha comunicate lo stesso Colombo.
"Basandomi sui censimenti dei fossili di Lariosaurus ho scoperto che di uno di questi si era persa ogni traccia in seguito all'acquisto iniziale da parte di un collezionista belga. Ma tre anni fa l'associazione Scanagatta ha ristampato un opuscolo dei primi del 900 in cui si parlava proprio di quel fossile. Da lì ho potuto sapere come fosse fatto e ho iniziato le mie ricerche, contattando diversi musei.
È stato proprio Colombo che, grazie al contributo dell'associazione Scanagatta, ha fatto eseguire dagli specialisti del Carnegie Museum il calco del fossile per donarlo al Museo civico di Storia naturale di Lecco. "Pur essendo un calco, l'oggetto riveste una notevole importanza, in quanto si tratta dell'unico calco esistente del fossile conservato nel museo statunitense, che viene così reso accessibile al pubblico e a tutti gli studiosi europei" ha spiegato il paleontologo lecchese.
Resti appartenenti al genere Lariosaurus sono stati scoperti in numerose nazioni, dall'Europa all'Estremo Oriente. Le due località che fino ad ora hanno dato il numero più consistente di individui in uno stato di notevole integrità sono però i giacimenti di Perledo - Varenna (Lecco) e del Monte San Giorgio (Varese - Canton Ticino).
Giancarlo Colombo
Il fossile fu acquistato dal barone Ernest De Bayet di Bruxelles, che nel 1903 vendette la sua splendida collezione al Carnagie Museum of Natural History di Pittsburgh, USA, dove il pezzo è oggi esposto: l'anziano impiegò il denaro ricavato per regalare alla giovanissima moglie una villa, ironia della sorte, sul lago di Como. L'esatta classificazione e provenienza dell'esemplare erano però sconosciute agli studiosi statunitensi, ai quali le ha comunicate lo stesso Colombo.
Foto del fossile scattata da Carlo Vercelloni al momento del ritrovamento
Il fossile del Lariosaurus esposto al Carnagie Museum of Natural History di Pittsburgh
A permettergli di risalire al grande museo americano la scoperta di un'antica foto del fossile, scattata da Carlo Vercelloni all'epoca del ritrovamento e pubblicata nel 1911 sulle Memorie della Società Geologica Italiana, confrontata con un'immagine moderna reperita in internet."Basandomi sui censimenti dei fossili di Lariosaurus ho scoperto che di uno di questi si era persa ogni traccia in seguito all'acquisto iniziale da parte di un collezionista belga. Ma tre anni fa l'associazione Scanagatta ha ristampato un opuscolo dei primi del 900 in cui si parlava proprio di quel fossile. Da lì ho potuto sapere come fosse fatto e ho iniziato le mie ricerche, contattando diversi musei.
Calco del fossile esposto a Palazzo Belgiojoso
È stato proprio Colombo che, grazie al contributo dell'associazione Scanagatta, ha fatto eseguire dagli specialisti del Carnegie Museum il calco del fossile per donarlo al Museo civico di Storia naturale di Lecco. "Pur essendo un calco, l'oggetto riveste una notevole importanza, in quanto si tratta dell'unico calco esistente del fossile conservato nel museo statunitense, che viene così reso accessibile al pubblico e a tutti gli studiosi europei" ha spiegato il paleontologo lecchese.
Resti appartenenti al genere Lariosaurus sono stati scoperti in numerose nazioni, dall'Europa all'Estremo Oriente. Le due località che fino ad ora hanno dato il numero più consistente di individui in uno stato di notevole integrità sono però i giacimenti di Perledo - Varenna (Lecco) e del Monte San Giorgio (Varese - Canton Ticino).
Giancarlo Colombo con un messaggio di ringraziamento e saluti rivolto al Museo di Pittsburgh
Egli non diede alcun nome scientifico al nuovo rettile, fu Giulio Curioni nel 1847 a battezzarlo Lariosaurus balsami, nome che significa "sauro del Lario dedicato a Balsamo (Crivelli)". Nel corso delle attività di cava nel calcare nero di Perledo -Varenna vennero alla luce nuovi esemplari, il più completo dei quali fu rinvenuto nel 1877. Questo esemplare fu venduto per 1000 lire al Museo di Monaco di Baviera e venne illustrato dal grande paleontologo tedesco Karl von Zittel nel 1877 nel suo celebre "Manuele di Paleontologia".Giancarlo Colombo, Roberto Brembilla, Giovanna Esposito e Mauro Rossetto davanti alla teca contente il calco del Lariosaurus
P.M.