25 novembre: gli studenti del Manzoni in prima fila contro la violenza di genere
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne anche il Liceo Manzoni di Lecco ha fatto sentire la sua voce per dire NO alla violenza e SÌ al rispetto.Uomini, donne, ragazzi, politica... tutto il mondo venerdì si è fermato per lasciare spazio all’urlo silente di tutte quelle donne, vittime della violenza, che non ce l’hanno fatta, che non sono state difese abbastanza, ascoltate abbastanza, aiutate abbastanza e che oggi non ci sono più. Eppure quelle donne continuano a parlare attraverso immagini, slogan, video, poesie, manifestazioni e, in qualche caso, i loro nomi, fatti brillare come stelle sulle facciate dei palazzi, sui manifesti o sui cartelloni appesi sulle pareti dei corridoi e delle aule scolastiche.
Anche il Liceo classico e linguistico A. Manzoni di Lecco venerdì 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha dimostrato il suo impegno per la lotta contro la violenza. I ragazzi, ed in particolare le classi 3AL, 4AL e 5AL, con serietà, dedizione e grande entusiasmo hanno lavorato sia in classe che a casa per produrre cartelloni, raccogliere aforismi, scrivere testi poetici, gonfiare palloncini rossi a forma di cuore che sono stati affissi alle pareti delle aule, lungo i corridoi, all’ingresso dell’edificio scolastico.In seguito all’input fornito dai docenti, gli studenti hanno ideato e poi messo in atto un progetto che prevedeva diversi momenti, tutti tesi alla sensibilizzazione dei più giovani e alla riflessione su un tema, purtroppo, sempre attuale. Tutti hanno potuto lasciare un commento o un piccolo pensiero all’interno di un’urna, vedere le immagini e le coccarde sparse all’interno dell’Istituto, visitare la mostra organizzata dall’Informagiovani di Lecco e assistere ad un breve ma intenso spettacolo teatrale, che gli studenti della 5AL hanno offerto durante l’intervallo. Si è trattato di un momento particolarmente emozionante, durante il quale gli studenti attori hanno recitato alcuni monologhi tratti dal libro Ferite a morte di Serena Dandini, che afferma: “...se le donne sono vittime predestinate, gli uomini non vanno abbandonati a una cultura che li vuole dominatori, violenti, ossessionati dal possesso. Anzi, andrebbero aiutati a trovare strade per gestire la loro rabbia e il loro dolore. Siamo tutti figli di un analfabetismo sentimentale che considera la prevaricazione e la violenza come aspetti possibili della relazione tra un uomo e una donna, un dato di fatto che vede i maschi e le femmine imprigionati in questi ruoli rigidi, legittimati da una società patriarcale. Ma solo se saremo uniti riusciremo a vincere.”Il Liceo Manzoni vuole farsi portavoce di questo cambiamento sociale, convinto che solo la scuola, come luogo deputato alla cultura e all’educazione, possa insegnare i sentimenti, possa insegnare il rispetto, possa formare individui in grado di riconoscere e dare valore alla diversità, anche a quella di genere, in grado di investire di eguale dignità ogni essere umano senza distinzioni di genere, età, provenienza, possa insegnare il significato della parola “relazione”, perché solo attraverso la relazione sono possibili certi cambiamenti.Il Liceo ha voluto lasciare un’impronta visibile, non essere un’ombra, ma essere parte della storia del rifiuto, di chi si indigna e non si rassegna all’orrore. “Qual futuro! Quale fortuna, s’ancor ne guardasse un buon Dio, se non di gocce amare?”, afferma Marco P., della 5AL nella poesia Violazione; il futuro dipenderà da ciò che lasceremo in eredità alle giovani generazioni, per questo è fondamentale che la scuola insegni il linguaggio dell’amore, che combatta tutto ciò che disumanizza, che fa regredire verso la bestialità, che imbarbarisce. Perché nessuna donna domani debba scrivere, come fa Miranda della 5AL in Polvere: “Semina ora cenere di te, ché di te altro non si è salvato”.
Raffaella Perdicchia
docente di Lingua e letteratura italiana liceo classico e linguistico A. Manzoni - Lecco