Trattative di pace?


Caro Zelenskj, sarebbe anche il caso di chiuderla qui!
Credo che un punto di svolta della terribile guerra tra Russia e Ucraina, che è costata ormai un numero altissimo di morti (sembra 100.000 soldati russi ma altrettante vittime ucraine) sia stato martedi 15 Novembre, quando resti di un missile sono caduti sulla Polonia e un brivido ha percorso le cancellerie di tutta Europa e del mondo. Il Presidente Ucraino Zelenskj, sapendo di mentire, non ha esitato un attimo a chiedere il coinvolgimento della Nato, e una sua immediata ritorsione missilistica contro la Russia, dando ufficialmente inizio alla Terza Guerra Mondiale. Il missile poi era della contraerea ucraina, come si è saputo, ma quest'episodio, come ha commentato Federico Rampini, "ha dimostrato che non c'è più da fidarsi di Zelenskj": a lui piacerebbe tanto veder coinvolta la Nato e l'intera Europa in una guerra terribile e distruttiva (per adesso è stata distruttiva solo per l'Ucraina, annichilita per il 60% delle sue capacità produttive) che non si sa dove porterebbe, se non a un disastro mondiale. Ora, restando indubbio che c'è un aggressore da condannare e un aggredito da sostenere, la domanda è se si può continuare ad andare avanti così. Direi decisamente di no: continuare a mandare armi, senza imporre all'Ucraina una prospettiva per una soluzione di pace, che inevitabilmente conceda qualcosa anche ai Russi , cioè il possesso permanente della Crimea e l'autonomia del Donbass, come hanno proposto un mese fa alcuni intellettuali italiani come Massimo Cacciari, non ha senso ed è estremamente pericoloso (non condivido le affermazioni di Ursula Von der Leyen) . L'ex comico della televisione ucraina continua a soffiare sul fuoco giocando con le parole: parla di "genocidio" perchè i missili russi distruggono gli impianti elettrici Ucraini, lasciando gli abitanti al freddo e al buio. Ma "Genocidio" è una parola completamente fuori posto, in questo caso: genocidio è il massacro deliberato di un popolo, come fu per gli Armeni da parte dei Turchi all'inizio del secolo scorso e degli Ebrei da parte dei Nazisti. Il bombardamento degli impianti produttivi e anche delle abitazioni civili, al fine di demoralizzare le popolazioni e togliere consenso al loro governo, fa parte invece della logica perversa e micidiale della guerra, dai tempi della II Guerra Mondiale: ricorderei che il regime Fascista cadde, il 25 Luglio 1943, due giorni dopo che Roma era stata pesantemente bombardata nel quartiere San Lorenzo, dagli aerei anglo-americani che provocarono centinaia di morti. Mussolini, che aveva proclamato negli anni precedenti "Roma capitale del nuovo Impero", perse completamente la faccia e vide crollare il suo Governo. Milano stessa uscì pesantemente bombardata dagli anni 1943 (il terribile bombardamento di Agosto) e 1944. E naturalmente anche la Germania stessa uscì distrutta: basti ricordare Dresda e Berlino. Ma questo non c'entra niente con un supposto "genocidio", anche se le vittime furono molte migliaia. Allora qui occorre darsi una mossa, invece di sostenere acriticamente uno che si è evidentemente innamorato di una maglietta militare e di una divisa: l'abilità di un politico (e Zelenskj ha abbastanza dimostrato di non essere preparato come politico, altrimenti la guerra in Donbass l'avrebbe chiusa prima dell'invasione del 24 febbraio 2022) sta nel ritrovare delle vie d'uscita. Oggi è più che mai necessario, e l'Europa dovrebbe essere in prima fila nel reclamarla, prima che le conseguenze anche economiche diventino sempre più pesanti e insostenibili. Sarebbe l'ora del buon senso !
Enrico Baroncelli
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.