Lecco, spaccio di droga a due minorenni. Assolti
Erano stati denunciati per spaccio di sostanze stupefacenti dalle madri delle fidanzatine minorenni due giovani di origini marocchine di 23 e 25 anni, che venerdì sono stati assolti dal giudice Gianluca Piantadosi.
I fatti, risalenti al 2018, sono stati ricostruiti in aula in sede di discussione finale dalle difese dei due imputati: uno dei due era stato sorpreso in un momento d'intimità con la propria fidanzata dalla madre di lei. Dalla discussione che ne era scaturita i genitori avevano scoperto che la figlia, così come la sua amichetta, facevano uso di hashish con i rispettivi fidanzati.
Da lì l'incriminazione e l'accusa di aver ceduto lo stupefacente alle due minorenni.
Tuttavia, secondo la tesi difensiva esposta dall'avvocato Marcello Perillo, una delle due giovanissime avrebbe ammesso davanti ai Carabinieri di aver fumato lo stupefacente sì in compagnia dei due ragazzi più grandi, ma che ciascuna se lo era procurato da sola.
Per entrambi gli imputati il vpo Mattia Mascaro ha avanzato una richiesta di condanna, pari a 4 mesi di reclusioni e 2000 euro di multa per l'uno e 6 mesi e 10 giorni per l'altro. A quest'ultimo, infatti veniva anche mossa l'accusa di violazione di domicilio per essersi introdotto nel cortile di casa della fidanzata. L'avvocato Tania De Fazio ha però specificato che il suo assistito si era recato a casa della minore per chiedere spiegazioni, non avendo più sue notizie dal giorno precedente: il giovane non poteva saperlo, ma i genitori di lei le avevano impedito di avere più contatti con lo stesso. Così, dopo aver suonato il campanello aveva varcato la soglia del cortile di casa, ignaro del fatto che in realtà il cancello gli era stato aperto da terzi e non dalla famiglia della ragazza. Si era poi allontanato quando nessuno si era presentato alla porta d'ingresso.
Il giudice Piantadosi, dopo una breve camera di consiglio ha deciso di assolvere entrambi gli imputati per lo spaccio di stupefacenti "per la particolare tenuità del fatto", mentre ha ritenuto che per la violazione di domicilio "il fatto non sussiste".
I fatti, risalenti al 2018, sono stati ricostruiti in aula in sede di discussione finale dalle difese dei due imputati: uno dei due era stato sorpreso in un momento d'intimità con la propria fidanzata dalla madre di lei. Dalla discussione che ne era scaturita i genitori avevano scoperto che la figlia, così come la sua amichetta, facevano uso di hashish con i rispettivi fidanzati.
Da lì l'incriminazione e l'accusa di aver ceduto lo stupefacente alle due minorenni.
Tuttavia, secondo la tesi difensiva esposta dall'avvocato Marcello Perillo, una delle due giovanissime avrebbe ammesso davanti ai Carabinieri di aver fumato lo stupefacente sì in compagnia dei due ragazzi più grandi, ma che ciascuna se lo era procurato da sola.
Per entrambi gli imputati il vpo Mattia Mascaro ha avanzato una richiesta di condanna, pari a 4 mesi di reclusioni e 2000 euro di multa per l'uno e 6 mesi e 10 giorni per l'altro. A quest'ultimo, infatti veniva anche mossa l'accusa di violazione di domicilio per essersi introdotto nel cortile di casa della fidanzata. L'avvocato Tania De Fazio ha però specificato che il suo assistito si era recato a casa della minore per chiedere spiegazioni, non avendo più sue notizie dal giorno precedente: il giovane non poteva saperlo, ma i genitori di lei le avevano impedito di avere più contatti con lo stesso. Così, dopo aver suonato il campanello aveva varcato la soglia del cortile di casa, ignaro del fatto che in realtà il cancello gli era stato aperto da terzi e non dalla famiglia della ragazza. Si era poi allontanato quando nessuno si era presentato alla porta d'ingresso.
Il giudice Piantadosi, dopo una breve camera di consiglio ha deciso di assolvere entrambi gli imputati per lo spaccio di stupefacenti "per la particolare tenuità del fatto", mentre ha ritenuto che per la violazione di domicilio "il fatto non sussiste".
F.F.