Valgreghentino: mons. Orsenigo citato nel nuovo libro di Riccardi

Monsignor Orsenigo con Hitler
Si torna nuovamente a parlare di mons. Cesare Orsenigo, nunzio apostolico in Germania nei lunghi e tremendi anni della dittatura nazista di Hitler. L’alto prelato, nativo di Villa San Carlo, sepolto nel cimitero di Olginate, è più volte menzionato nel nuovo volume “La guerra del silenzio” di Andrea Riccardi, edito da Laterza. L’autore non ha bisogno di presentazione in quanto fondatore della comunità di Sant’Egidio, storico del mondo contemporaneo, in particolare del Cristianesimo.
A pagina 27 del libro si evidenzia che alcuni rapporti di Pio XII non furono facili “come per esempio con il nunzio in Germania Cesare Orsenigo che non si sentiva apprezzato dal Papa”. In pagine precedenti c’è scritto: “Orsenigo era anche decano del Corpo Diplomatico a Berlino… il nunzio era un sacerdote milanese, ben conosciuto da Pio XI (papa Ratti) e da lui avviato alla diplomazia. Il suo atteggiamento durante l’incarico a Berlino è stato giudicato da Giuseppe Dossetti “assolutamente e manifestamente inadeguato””. Qualche riga più avanti si aggiunge, però, “Orsenigo non è un personaggio di spicco, ma, da parte sua, incarna il limite della diplomazia nei confronti del nazismo”.
Cosa poteva fare il nunzio diplomatico a Berlino “dopo la caduta di Mussolini, quando Hitler riteneva ancor più inaccettabile che le mura vaticane ospitassero e proteggessero diplomatici nemici del Reich in comunicazione con i propri Paesi?” Hitler era convinto che con il “tradimento Badoglio” ci fossero state manovre del Vaticano. Il 26 luglio 1943, quando gli venne chiesto che atteggiamento tenere con la Santa Sede si lasciò andare ad un attacco d’ira “entreremo subito in Vaticano … tutta quella feccia che si trova là… staneremo quella banda di bastardi”.
E dopo l’8 settembre si delineò l’ipotesi dell’invasione del Vaticano con un piano che doveva essere preparato da Karl Wolft, generale SS, comandante della Polizia e delle SS in Italia.
Il libro di Riccardi affronta anche il delicato problema della nota diplomatica presentata e poi praticamente ritirata per eccessiva prudenza attribuita ad Orsenigo. Un comportamento censurato da diversi cardinali in quanto la nota “studiata ed elaborata dalla segreteria di Stato – scrive Riccardi – rivista da Pio XII … fu consegnata dal nunzio Orsenigo al barone Von Weizsacker, segretario di stato tedesco per essere recapitata al ministro di stato Von Ribbentrop. Ma il 17 marzo 1943 Von Weizsacker convocò il nunzio per comunicargli che non l’aveva trasmessa perché ne aveva letto i contenuti, che si riferivano ai territori occupati e non poteva accettarla”.
Sempre più avanti, nelle pagine del libro di Riccardi, si può leggere “Orsenigo accettò la restituzione della nota. Il passo è censurato dai cardinali della plenaria … alla fine si decise che il nunzio apostolico non fosse richiamato a Roma per un periodo ma che presentasse al ministero degli esteri tedesco un rilievo scritto in cui notava che il gesto non era stato amichevole e che la Santa Sede considera la nota come presentata”.

Bene ha fatto la nativa Villa San Carlo, in Valgreghentino, a ricomporre, nell’autunno 2008, la cappella privata di Orsenigo, esistente presso la casa di famiglia, dove tornava ogni anno per un beve periodo di riposo. L’iniziativa si deve principalmente al nipote, avvocato Gianni Calvetti, battezzato da Orsenigo. L’ultimo soggiorno è stato quello dell’agosto 1939, bruscamente interrotto da un anticipato rientro in Germania, dove sempre più evidenti erano i segnali di guerra imminente. Non tornò più in Italia. Solenni furono a Villa San Carlo i funerali presieduti dall’arcivescovo di Milano cardinale Ildefonso Schuster che, nell’omelia, rese noto che il pontefice Pio XII lo aveva delegato a far sapere che nel prossimo Concistoro avrebbe nominato il vescovo Orsenigo a cardinale per l’azione diplomatica svolta in Germania durante gli anni tremendi della guerra e della dittatura nazista.
Un riconoscimento postumo all’azione diplomatica di Orsenigo avvenne anche nel 1962 quando l’allora arcivescovo di Milano cardinale Giovanni Montini fece visita pastorale alla parrocchia di Olginate. Il futuro pontefice Paolo VI ricordò che dal Vaticano era sempre stato molto vicino alla nunziatura diplomatica di Orsenigo in Germania. Montini chiese al prevosto di Olginate don Lino Luraschi di essere accompagnato presso la sepoltura di Orsenigo nel locale cimitero per una visita di preghiera e di omaggio. Montini non mancò di ricordare le condizioni drammatiche che Orsenigo visse mentre era nunzio in Germania: è stata una presenza con coraggioso impegno diplomatico sempre fedele alla Santa Sede.
A.B.
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