Valgreghentino: mons. Orsenigo citato nel nuovo libro di Riccardi
Monsignor Orsenigo con Hitler
A pagina 27 del libro si evidenzia che alcuni rapporti di Pio XII non furono facili “come per esempio con il nunzio in Germania Cesare Orsenigo che non si sentiva apprezzato dal Papa”. In pagine precedenti c’è scritto: “Orsenigo era anche decano del Corpo Diplomatico a Berlino… il nunzio era un sacerdote milanese, ben conosciuto da Pio XI (papa Ratti) e da lui avviato alla diplomazia. Il suo atteggiamento durante l’incarico a Berlino è stato giudicato da Giuseppe Dossetti “assolutamente e manifestamente inadeguato””. Qualche riga più avanti si aggiunge, però, “Orsenigo non è un personaggio di spicco, ma, da parte sua, incarna il limite della diplomazia nei confronti del nazismo”.
Cosa poteva fare il nunzio diplomatico a Berlino “dopo la caduta di Mussolini, quando Hitler riteneva ancor più inaccettabile che le mura vaticane ospitassero e proteggessero diplomatici nemici del Reich in comunicazione con i propri Paesi?” Hitler era convinto che con il “tradimento Badoglio” ci fossero state manovre del Vaticano. Il 26 luglio 1943, quando gli venne chiesto che atteggiamento tenere con la Santa Sede si lasciò andare ad un attacco d’ira “entreremo subito in Vaticano … tutta quella feccia che si trova là… staneremo quella banda di bastardi”.
E dopo l’8 settembre si delineò l’ipotesi dell’invasione del Vaticano con un piano che doveva essere preparato da Karl Wolft, generale SS, comandante della Polizia e delle SS in Italia.
Il libro di Riccardi affronta anche il delicato problema della nota diplomatica presentata e poi praticamente ritirata per eccessiva prudenza attribuita ad Orsenigo. Un comportamento censurato da diversi cardinali in quanto la nota “studiata ed elaborata dalla segreteria di Stato – scrive Riccardi – rivista da Pio XII … fu consegnata dal nunzio Orsenigo al barone Von Weizsacker, segretario di stato tedesco per essere recapitata al ministro di stato Von Ribbentrop. Ma il 17 marzo 1943 Von Weizsacker convocò il nunzio per comunicargli che non l’aveva trasmessa perché ne aveva letto i contenuti, che si riferivano ai territori occupati e non poteva accettarla”.
Sempre più avanti, nelle pagine del libro di Riccardi, si può leggere “Orsenigo accettò la restituzione della nota. Il passo è censurato dai cardinali della plenaria … alla fine si decise che il nunzio apostolico non fosse richiamato a Roma per un periodo ma che presentasse al ministero degli esteri tedesco un rilievo scritto in cui notava che il gesto non era stato amichevole e che la Santa Sede considera la nota come presentata”.
Un riconoscimento postumo all’azione diplomatica di Orsenigo avvenne anche nel 1962 quando l’allora arcivescovo di Milano cardinale Giovanni Montini fece visita pastorale alla parrocchia di Olginate. Il futuro pontefice Paolo VI ricordò che dal Vaticano era sempre stato molto vicino alla nunziatura diplomatica di Orsenigo in Germania. Montini chiese al prevosto di Olginate don Lino Luraschi di essere accompagnato presso la sepoltura di Orsenigo nel locale cimitero per una visita di preghiera e di omaggio. Montini non mancò di ricordare le condizioni drammatiche che Orsenigo visse mentre era nunzio in Germania: è stata una presenza con coraggioso impegno diplomatico sempre fedele alla Santa Sede.
A.B.