La morte di Maroni suscita grande commozione fra i lecchesi. Il ricordo di chi era stato al suo fianco in Regione e nella Lega

La notizia della scomparsa a 67 anni di Roberto Maroni ha raggiunto questa mattina anche il lecchese, dove l'ex governatore lombardo aveva intessuto rapporti importanti, sia per la sua lunga militanza nella Lega, sia per il ruolo da governatore assunto per un mandato in Regione Lombardia.

Roberto Maroni durante l'evento di Wikimania a Esino Lario nel 2016

Toccante e carico di riconoscenza e di affetto il ricordo di Matteo Mauri, già portavoce di Roberto Maroni quando era Ministro, che nel suo scritto si rivolge direttamente all'amico venuto a mancare quest'oggi. ''Sì certo, sei stato mio testimone di nozze ed io sono stato presente quando, al Quirinale, giuravi come Ministro della Repubblica. E' vero, siamo stati a New York, al locale di B.B. King, per vederlo suonare dal vivo, con due ore di note soul e pelle d'oca incredibile; notevole anche la volta in cui mi hai fatto dire allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti che eri impegnato per motivi istituzionali, quando stavi facendo la prova generale del Distretto 51, che per la prima volta si esibiva a Roma a scopo benefico. Oppure le cene carbonare dei Barbari sognanti (da quel sogno poi si arrivò, dopo anni al referendum per l'autonomia della Lombardia, che mi auguro non sia stato celebrato e vinto invano). Ma quella notte di Manchester, la nostra notte, la notte del riscatto rossonero, la finale di Champions contro la Juventus, con te in tribuna d'onore, unico con il giubbetto di jeans portafortuna, le batte tutte. Per emozione, audacia (cosa abbiamo fatto per essere presenti!), finale vittorioso e sorridente. Come te. Che anche nelle situazioni più difficili (o tragiche, penso a Marco Biagi), sapevi sempre sdrammatizzare e rialzare la testa. Mancherai a me e a tutti coloro che ti hanno voluto bene. E sono tanti, anche gli avversari politici. Adesso dal cielo potrai vedere la seconda stella, a fianco di Massimo, altra persona d'oro che ho conosciuto grazie a te. Ciao Bobo, amico, capo, compagno di strada di un'avventura meravigliosa''.

Risale invece all'esperienza da governatore lombardo, il periodo la conoscenza con Daniele Nava, già presidente della Provincia di Lecco e sottosegretario al Pirellone. "Ero al corrente del suo stato di salute, ma sinceramente la notizia mi ha scioccato" il suo commento. "Lo avevo sentito solo pochi giorni fa, grazie a una chat che condividevamo con gli altri componenti della Giunta di allora: ci aveva mandato la copertina del suo ultimo libro giallo, "Il Viminale esploderà", che aveva scritto con Carlo Brambilla. Non mi aspettavo proprio che le sue condizioni sarebbero peggiorate così in fretta. Lo ricordo come una persona affabile, anche divertente, ma soprattutto come un politico fermo ed equilibrato, che ha sempre spiccato per le sue capacità. La sua scomparsa è una grande perdita per l'Italia intera. Era giovane, aveva ancora molto da dare. Sono davvero dispiaciuto, non posso che manifestare la mia vicinanza ai suoi famigliari".

La notizia del lutto ha colto di sorpresa anche Antonio Rossi, che a sua volta ha raccontato come Maroni avesse ripreso di recente a utilizzare la chat WhatsApp per brevi ma frequenti comunicazioni, un gesto che sembrava indicare un miglioramento del suo stato di forma: "Per me non è stato solo il Governatore, era un amico. Gli sono veramente grato per avermi concesso la possibilità di fare una bella esperienza in politica, che mi ha fatto crescere a livello professionale e umano. Mi ha aiutato in tantissime situazioni, l'ho incontrato in diverse occasioni anche durante questa legislatura, sempre con grande piacere. Mi mancherà molto".

''È una giornata difficile, oggi in aula c'era un clima di lutto. Ho iniziato a fare il consigliere regionale proprio con Roberto Maroni presidente di Regione. Lui ha saputo coinvolgere noi consiglieri nei processi decisionali e i territori nelle politiche di regione Lombardia. Ricordo in particolare quando nel 2016 come Regione Lombardia contribuimmo con ingenti finanziamenti all'organizzazione di Wikimania a Esino Lario. Quando io, Nava e Rossi gli presentammo la proposta del sindaco Pensa, Maroni intuì fin da subito quali risvolti positivi avrebbe avuto ospitare un evento simile. Il giorno dell'inaugurazione arrivò direttamente in lambretta da Varese. L'ultima volta che lo vidi fu prima della pandemia. Era stato chiamato dall'allora ministro Boccia come membro di quel comitato dei saggi incaricato di riformulare il percorso sull'autonomia. Venne a fare un'audizione nella commissione regionale sull'autonomia, di cui sono il presidente, per raccontare il lavoro che stava svolgendo'' ha detto invece Mauro Piazza, consigliere regionale al suo secondo mandato.

Un ricordo ed una preghiera per Maroni. E' il pensiero di Raffaele Straniero, consigliere regionale del Partito Democratico oggi ma anche nel quinquennio in cui il leghista era stato al vertice di Regione Lombardia, come governatore. ''La sua visione politica e le sue idee sono state sicuramente molto distanti, se non opposte in alcuni casi, alle mie, l'ho sempre considerato però una persona seria e intelligente, un avversario leale'' le parole diffuse stamani dall'oggionese.

Commosso anche il ricordo di Roberto Castelli, ex ministro della Giustizia e storico volto della Lega Nord. "Speravo davvero che potesse farcela, di certo non mi aspettavo un epilogo così repentino", le sue parole. "In un certo senso abbiamo condotto due vite parallele, siamo stati insieme nella Lega, poi al Governo, per trent'anni abbiamo combattuto tante battaglie fianco a fianco. Ci accomunava anche la passione per la vela, e spesso fantasticavamo di fare qualche bella navigata insieme. Purtroppo non ci siamo mai riusciti. Oggi se ne va un pezzo della politica italiana ma anche della mia vita, perché oltre che colleghi eravamo anche amici. Si chiude un'epoca, ormai noi fondatori della Lega siamo tutti anziani... E purtroppo se n'è andato il più giovane, non se lo meritava proprio".

Un rapporto speciale era quello che lo legava ad Alberto Bosisio, storico esponente del Carroccio con casa a Montevecchia. Sia per la militanza leghista, sia per l'amicizia che con Bobo Maroni si era creata nel tempo. ''Lui era una persona che dava molta importanza al lato umano prima che al lato politico. Abbiamo collaborato molto sui temi dell'indipendenza della padania e del federalismo. Siamo andati a processo insieme e dopo vent'anni siamo stati prosciolti perché il fatto non sussisteva. Lui è stato definito un barbaro sognante e io concordo in pieno con questo appellativo. Ha rappresentato i valori per cui io sono entrato in politica: secessione, federalismo, indipendenza della padania. Tutte parole che oggi sono morte e sepolte. Come Maroni sono stato un militante della lega nord, un partito regionale. Quel partito oggi non c'è più, la Lega Salvini premier è un'altra cosa. Sono molto pessimista sulla situazione attuale, se ci fosse stato lui avremmo potuto ottenere ben altri risultati''.

Sconvolto anche Ferdinando Pucci Ceresa che aveva voluto Maroni al suo fianco nella presentazione della sua squadra in occasione delle elezioni amministrative 2019 a Oggiono. ''Dopo Umberto Bossi, Maroni, assieme a Castelli e Calderoli, è stato uno dei miei punti di riferimento nella Lega. Oggi per me è una giornata mesta. Le racconto un aneddoto: ci fu un periodo in cui Maroni era malvisto dal cerchio magico a tal punto che dal consiglio federale uscì l'ordine di non invitarlo più ai comizi. Fu Giorgetti, allora segretario della Lega lombarda, a comunicarcelo. Nonostante questo, io, allora segretario provinciale, invitai Maroni a tenere un'assemblea pubblica con i militanti a Lecco. Maroni è stata una figura che ha sempre tenuto fede ai valori della Lega e per questo mi è sempre piaciuto. L'ultima volta che l'ho visto è stato nel maggio 2019 quando venne a inaugurare la mia campagna elettorale per le comunali ad Oggiono'' ha concluso Ceresa.

Quella di Maroni è stata una figura importantissima anche per Andrea Robbiani, già sindaco di Merate. ''La notizia mi ha colto davvero alla sprovvista ed il dolore che sto provando è davvero grande. Bobo Maroni è stata una figura importantissima per me. È stata una delle prime persone che ho conosciuto quando entrai in Lega nei primissimi anni Novanta. Ricordo le riunioni a Varese e poi quelle negli angusti uffici di via Bellerio dove avevamo dato vita alle Camicie Verdi ed al periodo indipendentista del movimento. Ricordo come insieme affrontammo il processo di Verona, durato quasi vent'anni, legato alla Guardia Nazionale Padana e d al Parlamento della Padania. Ricordo il periodo che mi vide al suo fianco durante la campagna elettorale per le regionali, quando poi divenne presidente della Lombardia. Passai molte notti a scrivere il programma elettorale con lui che mi chiamava dandomi indicazioni e suggerimenti fino ad arrivare alla stesura definitiva. I ricordi che mi legano a lui sono veramente tanti e stanno riaffiorando tutti insieme ed è veramente complicato fare ordine fra i pensieri. L'ultima volta che lo vidi risale a qualche tempo fa, sul Freccia Rossa in direzione Roma: e abbiamo parlato di quanto il movimento stava cambiando ma anche delle sue nuove attività lavorative, fuori dalla politica. In Lega ha rappresentato tantissimo, e la sua scomparsa è un duro colpo perchè in questa fase particolarmente difficile del movimento, con la sua esperienza ed autorevolezza avrebbe potuto dare un contributo determinante per recuperare una identità politica che negli ultimi anni si è via via sbiadita. Maroni era e rimane un uomo antisistema, ma sempre coerente, mai divisivo. Al di la di tutto Bobo lo ricorderò sempre non solo come grande politico e militante, ma soprattutto come persona dalla grande umanità e di grande ironia''.

Non poteva mancare infine il cordoglio della sezione della Lega di Merate guidata da Franco Lana. ''Roberto Maroni lascia un grande vuoto non solo nella nostra comunità partitica, ma in generale nella politica italiana. Ministro, segretario della Lega, presidente della Regione Lombardia. Ovunque, in qualsiasi incarico, ha lasciato il segno dimostrando un tratto umano e doti politico-amministrative riconosciute anche dagli avversari. Amava visceralmente la Lombardia. Era un lombardo orgoglioso e identitario. Anche per lui continueremo con forza e convinzione a lottare per l'Autonomia e a tutelare la nostra terra. Riposi in pace''.

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