Regionali: dopo la candidatura di Majorino, il PD lecchese guarda ai prossimi passi. ''Ora candidati rappresentativi del territorio''
Contenuti e candidati. Sono queste le priorità dei dirigenti lecchesi del Partito Democratico all'indomani della ratifica da parte dell'assemblea regionale della scelta di Pierfrancesco Majorino quale aspirante governatore lombardo, in vista delle prossime elezioni regionali. Se i candidati devono essere rappresentativi delle realtà locali, e qualche importante disponibilità inizia ad emergere, i contenuti sono chiaramente legati ad un tema che ancora rimane sul tavolo, quello delle alleanze.
Di seguito le posizioni dei più importanti esponenti locali del partito guidato, seppur ancora per poco, da Enrico Letta.
Fa piacere vedere come la direzione regionale abbia individuato Pierfrancesco Majorino quale candidato per le regionali. È un profilo molto importante, ha tanta esperienza e può rappresentare davvero un'innovazione per una Lombardia in cui tante decisioni vengono prese senza un vero raccordo con i territori. Ora dobbiamo lavorare sui contenuti, sviluppando nei vari circondari della nostra provincia delle proposte di lavoro da inserire poi nel programma della coalizione. Nel fare questo, credo sia necessario che il PD lavori con tutte le realtà territoriale e si impegni maggiormente nell'ascoltare le persone e il loro vissuto quotidiano. Majorino ha grandi capacità di ascolto e questo mi dà speranza in tal senso. Poi chiaramente ci auguriamo che la squadra che lui metterà in campo comprenda anche le tante donne di valore che ci sono in Lombardia. Noi stiamo lavorando affinché queste figure, dotate di competenze, capacità e visione innovativa, siano riconosciute nel partito e possano svolgere un ruolo da protagoniste nella prossima campagna elettorale.
Considero una buona notizia il fatto che il PD regionale ha scelto il proprio candidato presidente. Adesso si potrà definire-completare la coalizione che sfiderà il centrodestra.
Il percorso che ha portato a questa scelta lo giudico positivo. L'ipotesi di fare le primarie è stata superata dalla convergenza su Majorino del consenso quasi unanime del gruppo dirigente regionale.
Per me è un fatto positivo. Nelle prossime settimane, con la guida del candidato, oltre a definire i perimetri della coalizione si dovrà definire il programma elettorale e anche la base, iscritti e gruppi dirigenti, saranno chiamati a dare un contributo importante.
Non aver individuato un candidato prima è stato chiaramente un errore. Ora il nostro obiettivo nel meratese, così come credo negli altri circondari della provincia, è quello di portare avanti i temi del territorio. Mi riferisco alla situazione dell'ospedale di Merate e ai problemi dei trasporti. È un lavoro che abbiamo già iniziato a fare, per esempio partecipando ad alcuni incontri sul Mandic o organizzando iniziative utili a diffondere le nostre idee sul tema della mobilità. Dobbiamo proseguire su questa direzione, anche perché questi problemi possono essere affrontanti non tanto a livello nazionale quanto appunto a livello regionale. L'altra cosa fondamentale è la rappresentatività del territorio. Dobbiamo individuare candidati che siano rappresentativi del nostro territorio e riescano a trasmettere ai cittadini un senso di appartenenza. Dobbiamo promuovere personalità che conoscono le nostre realtà e i loro problemi e si siano impegnate nel tempo su temi come quelli di cui parlavo in precedenza. Nomi forti che godano della fiducia dei cittadini e siano riconoscibili anche da elettori che solitamente non guardano al Partito Democratico.
Il passo indietro di Maran e il voto quasi unanime dell'assemblea regionale testimoniano quanto il Partito Democratico lombardo sia unito dietro il nome di Pierfrancesco Majorino. Sono certo che lui sarà protagonista di questa sintesi e coinvolgerà le personalità migliori del centrosinistra lombardo, come Fabio Pizzul o lo stesso Maran. Non penso di trovarmi in difficoltà rispetto all'elettorato moderato e sono sicuro che Majorino si confronterà con tutti, dal terzo polo ai cinque stelle, pur senza inseguire nessuno.
Chiaramente auspico un confronto con il terzo polo non tanto sui nomi quanto sui temi perché ai lombardi interessa che la sanità territoriale pubblica e i trasporti funzionano. Ripeto: ci si confronta con tutti ma non si insegue nessuno. La regione è contendibile, ci sono le premesse per essere competitivi.
In termini generali la disponibilità per una candidatura da parte mia c'è. Come tutti, attendo però di capire quali saranno i contenuti del programma con cui Pierfrancesco Majorino e il centrosinistra si presenteranno alle elezioni regionali. Del resto, l'assemblea regionale ha ufficializzato la candidatura di Majorino da poche ore, adesso bisogna pensare ai contenuti. Per quanto riguarda le alleanze, spero che la partita non sia terminata, anche perché altrimenti la battaglia, che va comunque combattuta fino in fondo, diventerebbe molto faticosa. È una considerazione molto concreta la mia: il meccanismo della legge elettorale consegna il governo della Lombardia a chi prende un voto in più, non è previsto un secondo turno. Per questo motivo, mi auguro che si riesca ad allargare il campo. Il centrosinistra è giunto a presentare la candidatura di Majorino al termine di un percorso molto più partecipato di quello che ha portato il terzo polo a convergere su Moratti. La mia opinione è che con la loro prova di forza Azione e Italia Viva abbiano sacrificato sull'altare di qualche punto percentuale in più la possibilità di dare un cambiamento concreto ai lombardi. Chiariamoci: il centrosinistra ha giustamente candidato un nome forte ed è su quel nome che ci dovrebbe essere la convergenza. Allo stesso tempo credo che in politica sia fondamentale la capacità di allargare il campo. Non dobbiamo finire a darci ragione tra di noi.
Di seguito le posizioni dei più importanti esponenti locali del partito guidato, seppur ancora per poco, da Enrico Letta.
Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del Partito Democratico
Monica Piva, referente dei circoli afferenti al circondario lago e portavoce della sezione locale della conferenza delle donne democratiche
Alfredo Marelli, segretario del circolo PD di Lecco
Il percorso che ha portato a questa scelta lo giudico positivo. L'ipotesi di fare le primarie è stata superata dalla convergenza su Majorino del consenso quasi unanime del gruppo dirigente regionale.
Per me è un fatto positivo. Nelle prossime settimane, con la guida del candidato, oltre a definire i perimetri della coalizione si dovrà definire il programma elettorale e anche la base, iscritti e gruppi dirigenti, saranno chiamati a dare un contributo importante.
Mattia Salvioni, segretario del circolo PD di Merate
Andrea Pirovano, segretario del circolo PD di Casatenovo
Chiaramente auspico un confronto con il terzo polo non tanto sui nomi quanto sui temi perché ai lombardi interessa che la sanità territoriale pubblica e i trasporti funzionano. Ripeto: ci si confronta con tutti ma non si insegue nessuno. La regione è contendibile, ci sono le premesse per essere competitivi.
Virginio Brivio, ex sindaco di Lecco
Andrea Besati