Garlate: le salme di Aida e Mamy tornano in Africa, donati 6.125 euro per il rimpatrio

Il 21 ottobre scorso, nel pomeriggio in cui in tantissimi si erano riuniti in Oratorio per un momento di commemorazione, il sindaco Giuseppe Conti lo aveva promesso ai famigliari: "Noi ci saremo, per qualunque cosa. La comunità serve a questo, deve farsi partecipe affinché nessuno sia lasciato solo". E Garlate, come sempre in queste occasioni, ha risposto presente.

Due belle immagini di mamma e figlia proiettate durante la veglia in oratorio

Ammonta a 6.125 euro la somma raccolta in paese per contribuire al funerale e al trasporto in Senegal delle salme di Aida e Maimouna (per tutti "Mamy") Gueye, le due donne - rispettivamente mamma e figlia, di 56 e quasi 28 anni - tragicamente scomparse nel drammatico incidente avvenuto mercoledì 19 ottobre all'interno della galleria Dervio lungo la SS 36 dove, secondo quanto è stato possibile ricostruire dalle forze dell'ordine, dopo aver inspiegabilmente invertito il senso di marcia in un tratto in cui la manovra non era consentita, erano andate a schiantarsi contro un'Audi condotta da un 45enne di Seregno.
Enorme il dolore della comunità di Garlate, che si era subito stretta con affetto intorno alla numerosa famiglia Gueye, ben integrata e conosciuta sul territorio, per provare a lenire la sofferenza causata dalla tragica e prematura scomparsa di Aida e Mamy, poi ricordate prima del rimpatrio nella "loro" Africa anche al Centro islamico Assalam di Lecco, alla presenza di tanti amici, musulmani e cristiani, uniti in un abbraccio interreligioso.
Proprio quel giorno il Comune di Garlate, la Parrocchia di Santo Stefano e l'associazione La Presenza avevano annunciato il lancio di una raccolta fondi per aiutare i Gueye a coprire le spese necessarie al ritorno a "casa" di mamma e figlia, due donne perbene, piene di gioia di vivere, vittime di una tragedia destinata a rimanere senza un perché: la cifra totale, come anticipato, ha superato i 6.000 euro, con il contributo di 95 persone. Le risorse sono state consegnate direttamente alla famiglia da don Matteo Gignoli.
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