Regionali: SI e 5stelle commentano la scelta di Majorino come candidato del centrosinistra

Pierfrancesco Majorino
Il centrosinistra ha scelto il candidato. E’ Pierfrancesco Majorino a sfidare Attilio Fontana e Letizia Moratti nella corsa alla presidenza della regione. Questa è l’indicazione che è emersa dalla riunione dei partiti del centrosinistra tenutasi ieri sera. “La figura di Majorino presenta entrambi i due requisiti che per noi erano fondamentali. Da un lato è un profilo chiaramente alternativo a Fontana e Moratti, dall’altro lato è una candidatura di apertura e di dialogo” ha commentato entusiasta Emanuele Manzoni, segretario provinciale di Sinistra Italiana. Classe 1973, sposato con Caterina Sarfatti e padre di due figli, Pierfrancesco Majorino entrò in consiglio comunale a Milano con l’Ulivo nel 2006, quando era già da due anni segretario comunale dei Ds. Durante il mandato di Letizia Moratti, Majorino fu tra i proponenti dell’istituzione della commissione antimafia e del registro delle unioni civili per le coppie di fatto. La svolta arrivò poi nel 2011, quando Letizia Moratti venne sconfitta da Giuliano Pisapia nella corsa alla carica di sindaco del capoluogo lombardo. Majorino entrò nella giunta di Pisapia come assessore alle politiche sociali accanto a Pierfrancesco Maran, assessore all’urbanistica. Maran che, dopo essere sceso in campo ufficialmente e aver chiesto per giorni le primarie, ieri sera ha ritirato la sua candidatura e ha dichiarato che sosterrà il suo ex collega nella giunta di Milano. Dal 2016 al 2019 Majorino assunse nuovamente la carica di assessore alle politiche sociali nella giunta guidata dal nuovo sindaco Giuseppe Sala. Quelli furono anni caratterizzati da un grande impegno a sostegno dei diritti civili, culminato nell’organizzazione, tra le altre cose, di una serie di marce per la dignità e il diritto alla cittadinanza dei migranti chiamate “Milano senza muri”. L’ultima marcia antirazzista fu organizzata nel marzo 2019, cioè quando al Viminale c’era Matteo Salvini, e portò in piazza circa 250mila persone. Fu l’ultima di quelle a cui Majorino partecipò come membro della giunta Sala perché pochi mesi dopo ci fu il trasferimento a Bruxelles. Con ben 93.175 preferenze, infatti, Majorino veniva eletto al Parlamento Europeo. Qui, l’europarlamentare si è impegnato come su temi come la lotta alla povertà e alle disuguaglianze globali o la tutela dei diritti dei lavoratori. Insomma, un profilo politico chiaramente connotato a sinistra. Ed è proprio questo il punto: le alleanze.
«La decisione presa è molto importante perché le forze in campo hanno trovato un punto di convergenza da cui iniziare il confronto programmatico sia all’interno che all’esterno della coalizione – commenta Tino Magni, il senatore per Alleanza VerdiSinistra – Si tratta di una svolta unitaria che apre verso il campo largo".
“Ora tutti i partiti che compongono il centrosinistra devono aderire al progetto, dai moderati fino ai 5 Stelle. Per mesi abbiamo lavorato alle basi del programma anche assieme ai pentastellati e si è sempre registrata una buona convergenza. Mi aspetto che sciolgano i loro dubbi. Di fronte ad un centro destra spaccato, è necessario presentarsi agli elettori con un grande dispiegamento di valori. Solo così possiamo vincere” ha aggiunto Emanuele Manzoni.
Di diverso avviso è stato il consigliere regionale dei 5 Stelle Raffaele Erba. “Non tocca a noi giudicare la validità del profilo di Majorino. Una proposta politica va costruita su obiettivi ben chiari e definiti perché ne rappresentano le fondamenta e come Movimento 5 Stelle lo abbiamo ben in mente. Oggi purtroppo non stiamo riscontrando tale orientamento dal PD che crede di costruire una casa partendo dal tetto pensando prima al nome del candidato Governatore, poi ai temi” ha infatti commentato il politico comasco. Ma non è solo questo il problema. “Se a ciò sommiamo tutte le ambiguità ancora non del tutto risolte legate agli ammiccamenti di una parte consistente del Partito Democratico a Letizia Moratti vediamo come tutte queste azioni portano ad accrescere le diffidenze piuttosto che diminuirle” ha aggiunto Erba.
Appare chiaro come i nodi da sciogliere siano ancora molti in vista della corsa a palazzo Lombardia.
A.Bes.
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