La 'crisi dei sogni' nelle parole del regista Krzysztof Zanussi

Krzysztof Zanussi
Il sogno, al centro della riflessione che il regista polacco Krzysztof Zanussi ha offerta all’assemblea degli industriali tenutasi a Lariofiere di Erba. Il sogno, perché «l’umanità dive di sogni e per secoli ne ha creati di diverse forme. Nel Medioevo, per esempio, l’onore che salvava era un valore che si sognava. Poi. È arrivato il periodo in cui era più importante possedere che essere. Certo, cercando di arricchirsi si sono fatti molti passi avanti. Ma oggi serve un sogno nuovo, i sogni vecchi non servono più. Ed essere ricchi non vale la pena. La nuova sfida è un sogno di sviluppo spirituale, morale, culturale, dell’individuo e della società».
Ma «la cultura pop – ha proseguito Zanussi riferendosi al pensiero comune – parla d’altro. C’è il consumismo, c’è la pubblicità che induce bisogni. Ma non si può vivere così. C’è la crisi climatica e c’è la crisi demografica. In Africa, ci sono milioni di persone che non possono alimentarsi e devono venire per forza qui. E allora cosa possiamo fare? Mettere i nostri investimenti nel Sahara, per esempio, trasformalo in un’Amazzonia. Lo si può fare, ma dobbiamo farlo in tempo, altrimenti saremo sommersi dalle persone affamate».
«Non voglio essere una cassandra – ha aggiunto il regista -, prevedo il peggio ma penso anche che ci sia il modo di essere migliori. Occorre tornare ad alcuni valori: la disciplina, l’autolimitazione, la voglia di sacrificarsi. Il progresso va ridefinito. Dobbiamo trovare la misura della crescita dell’uomo. Adesso arriva l’intelligenza artificiale e vedremo se saprà dire “Io so”. Non lo credo».
“Io so” guardando al passato, a chi ci ha preceduto, badando a «non ripetere gli stessi sbagli. Certo, faremo sbagli nuovi, perché l’uomo deve sbagliare. E allora io che sono un regista penso che il racconto sia utile allo sviluppo dell’umanità, per conoscere quello che hanno fatto i nostri antenati».
Quasi una parabola, il racconto del giardino zoologico in cui le belve rinchiuse sono nervose quando vengono serviti loro i pasti regolarmente a differenza di quando debbono superare qualche ostacolo.
«Oggi c’è una crisi dei sogni – la spiegazione - . Ma che società vogliamo? Che tutti ricevano quello che vogliono? O che invece occorra una pressione perché ciascuno sia responsabile di ciò che ottiene? Negli Stati Uniti d’America c’è una società in cui non tutti hanno la possibilità di avere quello di cui hanno bisogno. Noi, in Europa, vogliamo essere più molli. E’ un atteggiamento migliore dal punto di vista etico, ma dobbiamo pensare al futuro, se sia utile eliminare tutte le difficoltà. E’ meglio più disciplina e sacrificio o la libertà e la gioia di vivere? Dobbiamo scegliere».
D.C.
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