Il 'grazie' del Presidente nazionale Bonomi agli industriali di Lecco e Como
La conclusione non poteva non sollecitare il caloroso applauso da parte degli industriali comaschi, lecchesi e valtellinesi, radunati nel padiglione di Lariofiere per l’assemblea generale congiunta. Applauso scoppiato quando il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi, parlando della resistenza da parte degli industriali di fronte alle terribili emergenze di questi due anni, si è rivolto alla platea con un «grazie per quello che fate, siete degli eroi civici e gli eroi spesso non sono riconosciuti».
Carlo Bonomi
Sollecitato dalla giornalista Monica Maggioni, Bonomi aveva cominciato parlando di energia, delle bollette ormai insostenibili, di una spesa annua per le imprese che era di 8 miliardi ed è arrivata a 110: «Noi l’avevamo detto – le sue parole – già nel settembre 2021. Perché la speculazione era cominciata prima della guerra che l’ha solo acuita. Ma l’industria non la ascolta nessuno. Sull’energia, da decenni l’Europa è mancata e da decenni nel nostro Paese si sono fatte scelte scriteriate. Per esempio, qui da noi si sta discutendo sul rigassificatore di Piombino e la Germania ne ha già messi in cantiere cinque, Poi, alla fine, pagano le imprese e le famiglie».Se l’aiuto dello Stato diventa quindi inevitabile, si pone il problema di un debito pubblico colossale, come aveva detto Maggioni chiedendo a Bonomi se fosse necessario ulteriore debito. Il governo Draghi – la risposta del presidente confindustriale – aveva cominciato a diminuire il deficit. Ma il problema è che questo Paese cerca sempre nuove entrate e non pensa a quello che spende e a come lo spende. La spesa pubblica annuale è di mille miliardi. Nei periodi di crisi, se un imprenditore non riqualifica il proprio bilancio del 3 o 4% se ne va a casa subito. Già come fare a riqualificare il bilancio statale? Ci sono ancora novemila imprese a partecipazione statale e un terzo è in perdita. Inoltre, più di mille di queste imprese hanno più membri del consiglio di amministrazione che dipendenti. Ma ora occorre un intervento urgente per diminuire le tasse sul lavoro, due terzi alle imprese e due terzi al lavoratore che si ritroverebbe con una mensilità in più. E’ assurdo che ci siano più tasse sul lavoro che sulla rendite finanziarie. Lo Stato deve smetterla con gli interventi bonus».
D.C.