Il venditore che gira 2.100€ all'acquirente e l'assicurazione inestistente: altre 2 condanne per 'truffa'

 


Due truffe online ieri (QUI l'articolo), due truffe online oggi. Come già le colleghe Martina Beggio e Giulia Barazzetta, anche il giudice monocratico del Tribunale di Lecco Paolo Salvatore questa settimana si è trovato a prendere in esame due casi di “raggiri” sul web. Condannando entrambi gli imputati. Un anno e 8 mesi, con il riconoscimento di un risarcimento immediato (senza aspettare dunque il terzo grado di giudizio) in favore della vittima quantificato in 3.000 euro, la pena irrogata nei confronti di Joselito G., soggetto residente a Treviso, risultato l'intestatario della carta postale su cui è transitato il denaro provento della truffa orchestrata in danno ad un lecchese, costituito parte civile e rappresentato dall'avvocato Nadia Invernizzi. E' stato proprio il giovanotto ha raccontare, in apertura di udienza, l'accaduto. Nel 2020 ha messo in vendita la propria bicicletta pubblicando l'annuncio su due siti. Sarebbe così stato contattato da un soggetto, tale “Marco”, che gli avrebbe offerto 100 euro in più rispetto ai 2.000 euro chiesti per il velocipede, pur di “bloccare” subito l'affare, per poi chiedergli di andare ad un ATM per concludere la transizione. La persona offesa si sarebbe così portata alla “macchinetta” dell'ufficio postale di Ballabio e guidato telefonicamente da tale “Simone” - presunto fratello di “Marco” - avrebbe impostato l'operazione che avrebbe dovuto permettergli di vedersi accreditati i 2.100 euro attesi. Come già in altri casi, invece, si è trovato con 2.100... scalati dal proprio conto, finito così “in rosso”. Accortosi della “beffa”, non gli è poi rimasto altro che rivolgersi ai Carabinieri della Stazione di Lecco, per presentare denuncia, come confermato in Aula dal luogotenente Angelo Di Meo che ha provveduto a identificare proprio nell'odierno imputato l'intestatario della Postepay su cui è confluito il denaro “sottratto” al lecchese (riuscito a “salvare” la bicicletta, optando per non spedirla tramite corriere a operazione all'ATM avvenuta, come da accordi con il supposto “Marco”).
Nel rassegnare le conclusioni, sia il viceprocuratore onorario Caterina Scarselli sia l'avvocato di parte civile hanno insistito sullo svuotamento del conto patito dalla giovane vittima della truffa, chiedendo la condanna dell'imputato, condanna effettivamente “sentenziata” dal giudice passato poi, in chiusura della mattinata, ad occuparsi di un'altra “fregatura” online. Francesco Z., classe 1961, casertano, avrebbe raggirato un napoletano residente in un comune dell'Alto Lago. Quest'ultimo nel febbraio 2018, mentre si documentava online per rinnovare l'assicurazione della sua vettura – una BMW X3 – sarebbe stato contattato telefonicamente da un supposto agente che gli avrebbe fatto un preventivo vantaggioso, fornendogli poi le coordinate per effettuare il pagamento della cifra pattuita tramite ricarica di una Postepay. 618 euro la somma corrisposta, recandosi in una ricevitoria di Colico (motivo per cui la competenza è del Tribunale di Lecco). Avrebbe poi ricevuto tutti i documenti per circolare via whatsapp, salvo poi accorgersi, dopo aver mangiato la foglia, di aver in mano carta straccia.
Come nel caso precedente, a processo è stato mandato l'intestatario della carta postale (mentre il numero usato per i contatti telefonici sarebbe risultato essere di un egiziano residente a Usmate Velate in quel periodo detenuto in carcere).
L'avvocato Giorgio Pagnoncelli, difensore del casertano, ha insistito sulla condotta incauta della vittima. Sarebbe bastato inserire online infatti il nome della supposta agenzia di assicurazioni con cui pensava di sottoscrivere la polizza per accorgersi che la stessa era già stata segnalata per operazioni truffaldine. 10 mesi e 300 euro di multa la pena comminata dal dottor Salvatore nei confronti dell'imputato.

 

A.M.
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