Olginate: lite tra vicini, De Fazio in Aula racconta un'altra verità

Se i testimoni introdotti dalla pubblica accusa sono sembrati ricordare ben poco dell'accaduto, quelli della difesa evidentemente hanno maggiore memoria: in tre, sentiti quest'oggi, hanno ripercorso momento per momento quanto successo, confermando di fatto la versione resa poco prima dall'imputato. E' ripreso quest'oggi, al cospetto del giudice Martina Beggio, il processo a carico di Matteo De Fazio, figlio di Salvatore, l'olginatese freddato nel settembre 2020 davanti a casa. E proprio nel cortile delle case Aler dove la famiglia risiede è ambientato l'episodio finito all'attenzione del Tribunale, con fascicolo originariamente aperto anche a carico del padre, la cui posizione ovviamente è stata stralciata con pronuncia di non doversi procedere per morte del reo.
Un sabato pomeriggio, nel 2019, i due De Fazio avrebbero avuto un alterco con un vicino di origini egiziane, conosciuto come “Aldo”, anch'egli nel frattempo mancato. Se, sporgendo querela, l'uomo aveva dichiarato di essere stato aggredito, quest'oggi Matteo, sottoponendosi a esame, ha raccontato tutt'altra verità. A suo dire, mentre usciva dal box in bicicletta per andare al lavoro, avrebbe udito delle urla, vedendo poi il padre discutere con lo straniero, già criticato anche da altri condomini per il vizio di far fare i bisogni al cane negli spazi comuni, scale incluse. Avrebbe raggiunto dunque i due litiganti, prendendo Salvatore per un braccio per allontanarlo. In quel momento “Aldo” avrebbe provato a dargli uno spintone. “Mi sono spostato e lui è caduto di faccia”. Da qui la ferita riportata in volto dal denunciante che aveva invece dichiarato, dinnanzi ai carabinieri, di essere stato colpito con un oggetto non meglio identificato. Come detto, a confermare la versione del giovane, classe 1999, l'avvocato Nadia Invernizzi ha portato in Aula altri due residenti del complesso e la madre dell'imputato che ha ricondotto proprio all'ennesimo bisognino del cane in cortile l'origine delle urla rivolte – dal balcone – dal marito allo straniero, scendendo poi con un altro dirimpettaio per chiarire di persona. Alle 13 del 31 gennaio prossimo la chiusura della vicenda giudiziaria.
A.M.
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