Lecco, progetto #quindiciventiquattro: in quattro anni 631 richieste, cresce l'ansia tra gli studenti

La dottoressa Carmen Baldi
È ormai entrato a regime il progetto #quindiciventiquattro, un'iniziativa nata nel novembre del 2018 da una collaborazione tra ASST Lecco e Informagioavani per intercettare il disagio dei più giovani, quelli tra i 15 e i 24 anni appunto, prima che diventi una patologia. Un servizio di cui i ragazzi avevano bisogno, secondo i numeri: nei quattro anni di attività ci sono stati infatti nel lecchese 631 accessi, di questi il 30-40 per cento è stato orientato verso servizi specialistici perché la patologia (psichiatrica, disturbi dell'alimentazione, tossicodipendenza...) era già conclamata, mentre 256 sono state le prese in carico. Ed è proprio con queste persone che il servizio riesce a fare davvero la differenza: "Il disagio psichico spesso presenta dei fattori di rischio, saperli cogliere per tempo e intervenire con tempestività è molto importante" ha spiegato la dottoressa Carmen Baldi, psicoterapeuta dell'ASST di Lecco e referente del progetto, durante la riunione della commissione congiunta di giovedì sera. Proprio per questo motivo, uno dei presupposti è stato quello di abbattere il più possibile le barriere che rendono di solito poco accessibile per un giovane l'aiuto psicologico: quindi il servizio è ad accesso libero, gratuito e prevede per i minorenni la possibilità di accedere anche senza permesso dei genitori, nei primi colloqui di filtro.

E questo approccio ha premiato: "L'80 per cento degli accessi è spontaneo, i ragazzi semplicemente mandano una mail e prendono un appuntamento - ha aggiunto la dottoressa Baldi - Questo ci ha permesso di intercettare dei disagi profondi: nel 2021, 55 dei ragazzi che si sono rivolti a noi aveva un disturbo psichiatrico ed è stato ri-orientato. Tanti altri avevano però problemi famigliari, soffrivano di ansia o di problemi legati alla scuola. Siamo intervenuti anche nelle classi per interventi legati al postvention, ovvero quando un compagno si suicida, e purtroppo ci sono stati diversi casi nel territorio. L'ansia l'abbiamo registrata in relazione alla seconda ondata di Covid, sia legata ai timori per la salute propria e delle persone vicine, sia nei confronti della DAD e del proprio futuro. Nel 2022 è comparso molto forte anche il sentimento della tristezza, associato sempre al futuro e alla crisi climatica".
Il servizio negli anni ha sempre preso più piede: se nel gennaio del 2019 erano state effettuate 2 visite, nel gennaio di quest'anno 25, se si prende in considerazione il mese di settembre degli stessi anni la proporzione è 2 e 39. Un "successo", se così si può chiamare, che porta con sé anche la criticità del numero insufficiente di risorse in campo: "L'onda anomala di richieste ci ha sommerso - ha commentato la referente - Gli accessi dei ragazzi si sono più che duplicati, le ore degli psicologi sono triplicate da 18 alla settimana a 55. Abbiamo messo in campo anche delle attività di gruppo come ad esempio un atelier di danzaterapia, ma c'è la necessità di spostarsi su un lavoro di comunità. Se 40 ragazzi su 200 hanno l'ansia per la scuola non si può pensare di lavorare solo con singoli".

 

Luca Pedrazzoli
E un ruolo molto importante lo gioca l'Informagiovani che, non solo mette a disposizione degli spazi nel centro sociale Pertini, ma contribuisce a promuovere l'iniziativa e a "de-sanitizzare" il servizio: "Usiamo il linguaggio giusto e le nostre competenze per entrare in contatto i ragazzi e presentare loro nel modo giusto questa possibilità - ha chiarito Luca Pedrazzoli, responsabile dell'Informagiovani - In questo modo riusciamo a dare una risposta organica a quel tipo di fragilità che andavamo intercettando senza poterle affrontare con competenze specifiche. In questo modo riusciamo ad avere un maggior impatto per entrami i servizi".
Questo modello sperimentale è diventato buona prassi sul territorio e per questo in seno all'Ambito di Lecco è stato creato un tavolo di coordinamento che vede dialogare Comune, ASST e scuole. In questo modo si è potuto rendere più efficace l'invio di ragazzi dagli Istituti e si è rafforzata la presenza del servizio nei plessi. Ne è nata una nuova progettualità, che è stata inserita nel Piano di zona e finanziata dalla Regione Lombardia, e una seconda iniziativa che va nella stessa direzione che è stata presentata alla Fondazione Cariplo.

 

Soddisfatta l'assessore Alessandra Durante, che ha ricordato come l'amministrazione stia cercando di lavorare sul tema della salute mentale e del disagio "in prospettiva" e non solo in relazione al malessere emerso con il Covid. Per dare risposte ai più giovani, continua anche l'impegno per la ricerca di spazi di aggregazione loro dedicati, come ad esempio l'area outdoor al Bovara, i nuovi spazi fitness, il playground vicino all'Informagiovani. Così come continua il lavoro al centro sociale di Germanedo con l'obiettivo di connotarlo sempre più come spazio per i giovani gestito in collaborazione con associazioni giovanili.

Molto coinvolti da questo tema i consiglieri comunali presenti: "È un bene che il servizio funzioni, perché non sempre è così, e il sodalizio si è creato e ha prodotto un feedback positivo su una materia che non è affascinante - ha commentato Corrado Valsecchi - C'è un problema complessivo che va gestito attraverso la prevenzione e gli accorgimenti che si stanno mettendo in campo, ma prepariamoci perché la crisi economica si farà sentire".
Anche Pietro Regazzoni ha ricordato che "il tema è fondamentale perché parliamo del futuro della comunità. Il disagio giovanile non può essere ridotto alla pandemia, è qualcosa di ben più grande e ampio perché se il futuro non è più la speranza ma un grande punto di domanda, la prima toppa da mettere è per dare risposte con iniziative come questa, è la cosa che possiamo fare come amministratori".
Diversi gli interventi che hanno portato l'attenzione sulla presenza delle figure adulte nella vita di questi giovani e del rapporto tra le agenzie educative diverse - come scuola e famiglia - come hanno sottolineato Chiara Frigerio, Alberto Anghileri, Paolo Galli e anche Filippo Boscagli che ha di nuovo richiamato il tema della "speranza nel futuro" che viene meno per i ragazzi. Saulo Sangalli, insegnante che vive tutti i giorni i problemi dei più giovani, ha evidenziato la "profonda solitudine" che caratterizza oggi la condizione degli adolescenti, mentre la collega Stefania Valsecchi ha ricordato che la "situazione sta peggiorando e serve individuare delle modalità supporto alle famiglie". Giacomo Zamperini è infine tornato sulla necessità di offrire dei luoghi di aggregazione ai ragazzi, dove stando insieme possano superare i disagi, analogamente Lorenzo Vassena ha parlato di un "lavoro prevenzione da fare sulla comunità".

M.V.
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