Calolziocorte: Messa di San Martino con il Vescovo Malvestiti, tra carità e pace in Ucraina

La carità. E' stata la carità il filo conduttore dell'omelia pronunciata questa mattina da monsignor Maurizio Malvestiti, bergamasco, vescovo di Lodi, chiamato a presiedere la Santa Messa Solenne in occasione della ricorrenza liturgica di San Martino, patrono di Calolzio e di tutta la Valle che porta il suo nome.

Del resto lo stesso Vescovo di Tours fu "testimone della carità", ha asserito, in apertura del proprio intervento, l'alto prelato attorniato, all'altare, da tutti i sacerdoti della locale Fraternità a cominciare ovviamente dall'Arciprete don Giancarlo Scarpellini. In prima fila, poi, Marco Ghezzi e Paolo Lozza, sindaci di Calolzio e Vercurago, con altri rappresentanti delle due amministrazioni e Carlo Greppi, presidente della Comunità Montana Lario Orientale e Val San Martino, ente promotore, insieme all'Ecomuseo e ai Comuni con il sopporto di diverse altre realtà locali nonché il sostegno di Fondazione Comunitaria del Lecchese e Lario Reti Holding, della tradizionale rassegna che affiancando con appuntamenti "profani" l'elenco delle iniziative religiose, rende davvero i giorni precedenti e successivi all'11 novembre la "festa di tutti, dalla comunità ecclesiale e civile", come sottolineato anche da monsignor Malvestiti, impostando la propria riflessione partendo dalla scena del mantello condiviso da San Martino con il povero, raffigurata anche sulla copertina della brochure che sponsorizza "L'Estate".
"Indica - è stato detto - la sintesi dell'identità cristiana, nella carità".

Un concetto poi calato nella nostra quotidianità, perché -  è stato aggiunto in un altro passaggio dell'omelia - "la carità parte da noi stessi". A noi il compito di testimoniare "alle prossime generazioni l'amore di Dio, imprescindibile da quello del prossimo". Ecco dunque un appello alla "vicendevole solidarietà, per fermare l'indifferenza".
"San Martino quest'anno ci chiede la particolare carità della pace" ha detto il Vescovo, dopo aver fatto riferimento all'accoglienza, con riferimento alla guerra tra Russia e Ucraina, "tra due popoli della medesima tradizione cristiana".
Se per fermare le armi serve indubbiamente la diplomazia e sforzi ad alti livelli, monsignor Mavestiti ha altresì ricordato come la pace nasce nelle piccole cose: dalla riconciliazione di ognuno di noi con Dio, in famiglia, sul lavoro, nelle parrocchie. "Solo così la pace si dilata fino ai confini della terra".

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Per le foto senza logo, si ringrazia Simone Rosa
A.M.
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