Lecco: donata al Comune una copia dei Promessi Sposi con dedica del Manzoni

Sarebbe la prima copia dei “Promessi sposi” autografata di pugno dall’autore. E’ il frutto di una donazione a Villa Manzoni che, nei giorni scorsi, la giunta municipale ha deliberato di accettare, avviando così l’iter per l’acquisizione che peraltro prevede una trafila non brevissima.
Ad arricchire ulteriormente la collezione del museo manzoniano del Caleotto sarà una prima edizione dei “Promessi sposi”, la cosiddetta Ventisettana perché, stampata in tre volumi tra il 1825 e il 1826, è stata messa in commercio nel 1827. L’edizione, dunque, non ancora “risciacquata in Arno” così come lo stesso scrittore definì la revisione linguistica del romanzo che sarebbe poi uscito rivisto tra il 1840 e il 1842.

Una foto scattata a Villa Manzoni

Al momento, i musei lecchesi dispongono di un’unica copia della “Ventisettana”, esposta al pubblico nelle sale di Villa Manzoni. Il valore aggiunto della nuova acquisizione sarebbe appunto la firma di Alessandro Manzoni apposta in calce a una dedica. Firma autografa sulla quale dovranno essere effettuate ulteriori verifiche per certificarne a tutti gli effetti l’autenticità. Se attestata, attribuirebbe a quei tre volumi un significato indubbiamente di grande portata dal punto di vista “sentimentale” per il museo lecchese, significato che travalica l’aspetto venale (il valore finanziario di quella copia dei “Promessi sposi” è quantificato sul mercato antiquario tra i quattro e cinquemila euro).

Ernesta Bisi

La dedica impressa sul volume è a Ernesta Bisi, per la precisione Ernesta Legnani sposata a Giuseppe Bisi. Nata nel 1788 e morta nel 1859, fu pittrice e incisora milanese con la predilezione per il ritratto. E proprio per alcuni ritratti che si affollano su un solo foglio è oggi ricordata: si tratta dei ritratti della famiglia Manzoni, all’epoca del viaggio a Firenze (proprio il viaggio della “risciacquatura”, estate 1827), disegnati senza alcun ordine e ambientazione: ci sono Alessandro, la madre Giulia Beccaria, la moglie Enrichetta Blondel, i figli. Si presume che, proprio quale forma di ringraziamento per il dono di quel disegno, Manzoni abbia voluto a sua volta regalare a Ernesta Bisi una copia del romanzo uscito da pochi mesi.

ll disegno sulla copertina del libro “La famiglia Manzoni”

 

Il disegno attualmente è conservato alla Casa del Manzoni di Milano ma acquistò notorietà per essere stato scelto quale copertina del libro “La famiglia Manzoni” della scrittrice Natalia Ginzburg e uscito in prima edizione per Einaudi nel 1983.
La nuova acquisizione arriva tra l’altro alla vigilia dell’anno in cui ricorrono i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni. E già sono annunciate iniziative straordinarie per celebrare la ricorrenza. Nel cui ambito, ci sarà attenzione anche per questa vicenda: un disegno che fu forse solo uno schizzo destinato ad avere una particolare fortuna oltre un secolo e mezzo dopo, un libro regalato, una dedica.
D.C.
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